Top&Flop of the week – 7a giornata 


7a giornata di Serie A. Di seguito i 3 migliori Top e i 3 peggiori Flop che ci ha regalato questo week-end di calcio italiano.

Top.

Napoli. Continuano a non esserci parole per elogiare il Napoli che quest’anno è diventato anche spietato e infallibile. 7 partite, 7 vittorie e 25 gol segnati, miglior partenza di sempre. Al San Paolo la pratica Cagliari viene archiviata già nel primo tempo, con Rastelli che, intimorito dagli attacchi degli uomini di Sarri, corre subito sugli scudi inserendo Dessena al posto dell’infortunato Sau. Più logico sarebbe stato inserire Farías (o comunque un attaccante) per provare a recuperare almeno il pareggio. Sembra che quest’anno non c’è ne sia per nessuno. Il Napoli vince e diverte il pubblico e i telecronisti che la commentano. Chapeau a Sarri e ai suoi.

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i recuperi di Lazio e Atalanta. L’Europa League stanca solo il Milan. Lazio e Atalanta sembrano non risentire del doppio impegno e recuperano i loro risultati dopo essere passate entrambe in svantaggio. La Lazio, che nel primo tempo subisce il vantaggio e il gioco del Sassuolo, gioca a tennis con i neroverdi con Luis Alberto e Parolo autentici mattatori della sfida. Ai loro gol si aggiungono anche quelli di De Vrji e del solito Immobile. Game, set and match: 6-1. Risalendo la penisola direzione Bergamo, l’Atalanta, sotto di due reti in casa contro la Juventus, reagisce raggiungendo il 2-2 e fermando la corsa della Signora. La Juventus infatti gioca come sa i primi 30 minuti poi si spegne e l’Atalanta prende campo e finalizza la “papera” di Buffon con Caldara e il cross del Papu con Cristante. Una settimana da Dea. Inzaghi e Gasperini hanno plasmato due squadre che non si arrendono mai facilmente.

i tanto attesi ritorni. La settima giornata di Serie A ha visto segnare qualcuno che il gol non lo vedeva da molto tempo.  A Napoli, Maradona è ancora più vicino per Marek Hamsik che finalmente segna e si porta a -1 da D10S, dopo 7 giornate di assenza e sostituzioni attorno all’ora di gioco. A Ferrara, la zampata del vantaggio della SPAL porta la firma di un Alberto Paloschi che non segnava in A dal 2 aprile 2016. A Milano torna a brillare Alessandro Florenzi, che dopo l’assist della scorsa settimana ribadisce in rete la respinta di Donnarumma sul tiro di Nainggolan. Bentornati, mancavate solo voi.

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Bene ma non benissimo.

Torino. Colpito dalla sfortuna, dal VAR e per di più rimontato dal Verona. A Torino sponda granata non si è vissuta una bella domenica. Lo stadio Olimpico Grande Torino ha ospitato gli infortuni prima di Lorenzo De Silvestri e poi del “gallo” Andrea Belotti, che sarà costretto anche a saltare la convocazione in nazionale. A nulla serve il doppio vantaggio di Iago Falque e Niang, al primo gol con la maglia del Torino, se poi la squadra di Mihajlovic non concretizza ciò fatto e lascia campo e spazio al Verona. I veneti ringraziano e puniscono portandosi a casa un punto insperato. Partita decisa dal VAR e dallo spirito dei gialloblù, che giocano un secondo tempo degno della categoria e si affidano al VAR per il primo gol in stagione di Moise Kean e al solito Pazzini (per altro subentrato ancora a gara in corso) per trasformare l’ennesimo rigore concesso dalla nuova tecnologia. I blackout finali del Torino devono essere rimediati. Mihajlovic sfrutterà la sosta come si deve?

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Flop.

Edgar Barreto. Il regista paraguaiano regala la partita all’Udinese, facendosi espellere per doppio giallo dopo 39’. Barreto va a complicare una partita che era già stata complicata dall’errore di Puggioni in uscita (avventata e senza motivo) che causa il rigore del vantaggio bianconero. La Sampdoria nonostante tutto gioca un buon calcio e resiste lo stesso ai colpi dell’Udinese per buona parte del match. Sarebbe sicuramente andata diversamente la partita se Barreto fosse rimasto in campo. Uno con la sua esperienza non deve commettere errori del genere.

Milan. Primo tempo senza emozioni, la palla non entra (vedi Andrè Silva, Bonucci e Kalinic) e il Milan delude ancora. La Roma in 10 minuti di fuoco prende possesso di San Siro grazie alle imbucate di Pellegrini e al ritorno di Florenzi. L’allontanamento del preparatore atletico Marra a quanto pare non era la causa del calo dei rossoneri, ma la panchina di Montella continua a non essere a rischio. La domanda sorge spontanea: perché?! Capitan Bonucci usa più le parole dei fatti. Gli azzardi del mercato  (Borini, Musacchio) convincono, i grandi acquisti (Bonucci e Calhanoglu) deludono e inserire Cutrone nel finale, come in Europa League, non aiuta sempre. Quando sarà il momento di passare alle cose formali per davvero?

http://gty.im/856315686

Genoa. Caro Juric, che combini? Disastrosa partenza del Genoa che in campionato è riuscito a collezionare solo 2 punti in 7 partite (solo il Benevento ha fatto peggio) e tante occasioni sprecate. Il Grifone non gioca male: crea molto ma spreca altrettanto. Perin continua ad essere in spledida forma e i suoi riflessi lo dimostrano. La rotazione là davanti non sta dando i frutti sperati. Tenere un esperto come Pandev in panchina per dare titolarità a Palladino sembra quasi un controsenso. Ancora acerbi Pellegri e il pupillo Ricci, Galabinov sfortunato con il legno colpito nel finale, Lapadula ancora ai box per un bel po’ e Taarabt impossibilitato ad essere parte del match per colpa del rosso rimediato nei minuti finali a San Siro. C’è siccità di gol in quel di Genova, la barca di Juric rischia seriamente di affondare.

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