Il presidente rosanero conferma il totale stato confusionale della sua gestione. L’1-3 interno contro il Torino lo ha convinto: richiamato Iachini
Clamoroso al Cibali? No, al Barbera!
Come pedine su una scacchiera. Come giocattoli per un bambino. Come si fa con le figurine. Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini ricomincia con il suo gioco preferito: il cambio d’allenatore. Ingaggia, esonera, chiama, presenta progetti che non hanno fondamento, poi ri-ingaggia, ri-esonera, ri-chiama, ri-presenta progetti che non hanno fondamento. E via, all’infinito. È un loop. In questo vortice ci sono finiti, soltanto quest’anno, 5 allenatori. O, almeno, così dovrebbe essere: non è facile tenere il conto, perdonate eventuali errori di conteggio (come al Festival di Sanremo).
Quello a cui sta assistendo il pubblico del Barbera è uno spettacolo onestamente ingiusto e mortificante. Non parliamo del gioco offerto dal Palermo. Difficilmente questo può trovare una logica se ci sono così tanti avvicendamenti in panchina. I frequenti cambi di guida tecnica stanno rovinando le aspettative, le ambizioni e le prospettive di una piazza importante come quella rosanero.
Iachini ritorna: scelta giusta? La sua, intendiamo…
In principio era Iachini. E stava andando tutto bene. La squadra aveva trovato un’identità, dopo il gran lavoro della passata stagione, a prescindere dagli ultimi altalenanti risultati. Erano anni che un allenatore non resisteva così tanto sotto le grinfie di Zamparini. Poi il numero uno palermitano ha sentito nostalgia del suo passatempo preferito. E allora dentro Ballardini, praticamente cacciato via dopo poche giornate dallo spogliatoio. A questo punto, la trovata geniale di Zamp: chiamare un tecnico dall’Argentina e farlo subentrare a stagione in corso in un campionato in cui non aveva mai lavorato. Un autentico capolavoro. Senza patentino, l’avventura di Guillermo Barros Schelotto, bandiera del Boca Juniors, è durata giusto il tempo necessario per far capire al sudamericano in quale imbarazzante situazione si era tuffato. Giovanni Tedesco, ex centrocampista dei siciliani, era la controfigura di Schelotto. Saltato l’argentino, ha salutato anche lui.
A quel punto, il buon vecchio Maurizio ha tentato per la soluzione interna: Giovanni Bosi, allenatore della primavera del Palermo, ha provato il sediolino della panca del Barbera per i 90′ della gara persa ieri contro il Torino. Un’apparizione straordinaria. Un cameo necessario per far tornare Zamparini sui suoi passi per l’ennesimo clamoroso incoerente dietrofront. Nella notte è stata trovata l’intesa, già sfumata a gennaio per incomprensioni legate al mercato: il “nuovo” allenatore del Palermo è quel sant’uomo di Iachini. Ingaggiato, esonerato, chiamato, respinto, ri-chiamato, ri-ingaggiato e… buona fortuna!
Sarà stata una scelta giusta? Quella di mister Beppe, sia chiaro…
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