Parte da Vico Equense la storia di Ciro De Simone, chef trentacinquenne, e attraversa l’Europa passando per stages, prestigiosi locali e grandi eventi.
Lei ha mosso i primi passi nella cucina di famiglia: per ispirazione, per gioco o per necessità?
Sicuramente da piccolo per curiosità e per gioco…quello era il mio habitat. La mia famiglia si dedicava alla ristorazione ed io mi sono trovato “nel mezzo”. Poi crescendo, sicuramente per ispirazione. Ed è questo che mi ha fatto nascere la passione per il mio lavoro..insomma ci sono nato dentro e oggi non ne posso più fare a meno.
In virtù delle numerose esperienze all’estero e in Italia, quali sono le differenze che ha riscontrato tra le varie tradizioni culinarie con cui si è confrontato?
Sicuramente ogni cucina ha le sue peculiarità ed ognuno di noi che facciamo questo mestiere con passione e voglia, abbiamo sempre da imparare e recepire nuovi input e stimoli per migliorare sempre. Secondo me è la base che è differente. L’italiano vive il cibo come parte integrante della propria esistenza. La cucina campana, ha tradizioni forti e per noi mangiare è un culto. All’estero il cibo è un accompagnamento alla vita e non una base fondamentale.
Come ha scoperto e integrato nella sua cucina i fiori eduli?
Già da bambino, avendo anche l’orto di famiglia, ho iniziato a utilizzarli e poi con le influenze orientali abbiamo anche noi ricominciato ad utilizzare i germogli, i fiori, anche se da noi è più utilizzato come decorazione mentre all’estero si mangiano già da molto, molto tempo.
Quando entra nella sua cucina la tradizione gastronomica orientale?
Diciamo che alcune cose le utilizzo per sperimentare i diversi sapori, ma tendenzialmente privilegio la mia tradizione sempre e comunque
Che cosa è per lei la food philosophy?
È un modo di racchiudere il mio stile di cucina. Dietro tutto ciò che faccio c’è prima di tutto il massimo rispetto del prodotto e della tradizione per riuscire a realizzare piatti che riescano sempre a “stuzzicare” i cinque sensi.
Chi è stato il personaggio famoso per cui ha lavorato che ha le ha fatto il complimento più carino, stravagante, indimenticabile?
Non ce n’è uno in particolare perché tutti a loro modo mi hanno lasciato un’emozione unica che custodisco gelosamente. Quello che posso dire che forse è stato più difficile cucinare per alcuni che per me sono degli idoli.
Allo Chef dei Grandi Eventi (Festival del Cinema di Venezia, dei David di Donatello, Giffoni Film Fest solo per citarne alcuni) chiediamo: qual è l’evento che manca ancora nel suo palmares?
Gli eventi che si potrebbero fare sono ancora tanti ma quello che mi piacerebbe fare è la Notte degli Oscar
Ci svela cosa cucinerà oggi?
Oggi è uggioso quindi l’ispirazione mi dice un bel risotto ai crostacei con frutti di bosco e mousse all’aglio.
Affascinata dall’abbinamento tra i frutti di bosco e la mousse all’aglio, chi scrive è sempre più determinata a voler incontrare la cucina dello Chef Ciro De Simone!