“Ti ho sempre difesa dicendo che comunque ti ero grata perché avevi fatto la scelta di donarmi la vita, ma ora mi hai spiazzata emotivamente. Mi stai togliendo consapevolmente e lucidamente la stessa vita che avevi allora deciso di donarmi. Spero che tu possa ripensare alla tua decisione. Il Tribunale è pronto comunque in caso ad aiutarti” – sono queste le parole di Daniela Molinari, 49enne comasca, malata di tumore che, dopo aver rintracciato la madre naturale che ebbe ad abbandonarla in un orfanotrofio, ha chiesto alla donna di sottoporsi ad un prelievo di sangue per valutare la possibilità di accesso ad una una cura sperimentale che possa salvarle la vita. Ma la mamma (se così si può chiamare!) le ha negato questa possibilità.
Daniela Molinari, certe storie si fa fatica anche a raccontarle
Daniela Molinari, infermiera e mamma di due figli di 9 e 23 anni, combatte da tempo con un tumore. Una speranza di salvezza per lei ci sarebbe. Consisterebbe nel sottoporsi ad una cura sperimentale, ma per accedere a tale cura occorre conoscere la sua mappatura genetica e quindi conoscere il Dna di almeno uno dei suoi genitori biologici.
La madre naturale, rintracciata dal Tribunale, alla richiesta di aiuto (un semplice prelievo di sangue in totale anonimato) ha replicato negativamente.
“Mi chiedo come ti addormenti la sera – ha scritto Daniela in una lettera pubblicata dal quotidiano comasco attraverso il quale aveva lanciato il suo appello per cercare la madre biologica – come fai a vivere sapendo che hai negato senza possibilità di ripensamento la cosa che ti è stata chiesta: un prelievo di sangue in totale anonimato organizzato secondo le tue regole e la tua volontà, che non andrebbe a cambiare nulla della tua situazione di vita attuale, perché nessuno saprebbe, e che a me invece consentirebbe di far crescere la mia bambina che ha solo nove anni e ha il diritto di avere al proprio fianco la sua mamma”.
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