La statua di Travaglini che è diventata famosa sul Web
Maurizio Travaglini, scultore e presepista napoletano, torna a far parlare delle sue opere, questa volta, però, per una circostanza assai più controversa della riuscita o dell’ insuccesso di una sua personale. Una statua in tufo, infatti, opera di Travaglini, è stata trafugata dal sito in cui fu realizzata per mano di ignoti che sono stati già denunciati. Nel suo atelier, ricavato da una sorta di grotta con tanto di soffitto a volta, ci accoglie sorridente ma teso per gli esiti della vicenda.
Come nasce il progetto di questa statua?
Nasce per volere di un’ associazione (Napoli sotterranea, ndr) che stava lavorando per organizzare uno scambio culturale con una città polacca vicino Cracovia, Wieliczka, sede di un’ antica miniera di sale. Più che uno scambio, si trattava di una sorta di cambio: loro avrebbero donato una statua di sale da esporre a Napoli Sotterranea, e da qui sarebbe partita un’ opera realizzata in tufo giallo napoletano alla volta della Polonia. Teniamo conto del fatto che il tufo è un materiale particolare, non è facile da lavorare, soprattutto quando si tratta di anatomia, di fisionomia umana. Io fui incaricato di rappresentare Giovanni Paolo II e il messaggio che ha saputo trasmettere, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Un uomo molto vicino ai giovani, alla loro cultura, e che ho voluto rappresentare nella condizione dell’anziano malato. Ecco il perché della postura raccolta, con questo peso del Sole sulle spalle, dai raggi quasi sciolti. Cosa, questa, che è stata molto criticata, addirittura equivocata, perchè molti hanno visto una piovra che pesava sul Pontefice. Anche quella era una simbologìa che ci poteva stare, un’ interpretazione che aveva il suo senso, non era fuori tema. La statua è chinata dinnanzi alle Sacre Scritture, nelle quali è contenuta la Parola di Dio, questo Dio che nessuno di noi conosce ma che tutti aspettiamo.
Una volta realizzata la statua, cosa succede?
L’ opera viene terminata entro i termini stabiliti, con tutta la fatica che deriva dalla lavorazione di un materiale così particolare. purtroppo il progetto si blocca e la statua non parte più per la Polonia ma resta lì, nel luogo dove l’ ho realizzata: dal 2006 fino a pochi giorni fa, quando qualcuno ha pensato bene di sottrarla e portarla via.
Tra gli estimatori dello scultore Travaglini, ma anche tra il popolo del web allertato dal passaparola, serpeggia una domanda: perchè rubarla invece di romperla?
Romperla? Un atto squallido, non riesco neanche a considerarlo. Romperla non ha alcun significato, sarebbe stata una inutile cattiveria, una vera e propria manifestazione del Male. Una mancanza assoluta di rispetto, anche verso sé stessi. In fondo, l’unica persona autorizzata ad un atto del genere sono io! Ma sono certo che ciò non sia avvenuto, la statua è già stata individuata.
Dunque, si sa dove è finita?
Si, e spero di recuperarla quanto prima
In che modo si è giunti a questo ritrovamento? Il tam tam di Facebook ha funzionato?
Ha funzionato sicuramente l’ informazione, i media (giornali, radio) che hanno prestato attenzione alla vicenda, l’amicizia di cui molte persone mi onorano tra cui un amico giornalista che mi ha aiutato a a far capire che quella statua non era “figlia di nessuno” ma aveva tanta attenzione intorno. Sono stato pertanto contattato da chi -erroneamente- pensava che GPII fosse stato abbandonato lì, senza nessuno che se ne curasse. Voglio credere alla buona fede di queste persone..però i santi si adorano, non si prendono senza autorizzazione!
Nei prossimi giorni, dunque, l’ opera potrebbe tornare al suo autore?
Si; e se così fosse, io potrei anche valutare l’ ipotesi di di fare una donazione, regalarla proprio per dare continuità al messaggio del pontefice in merito al perdono. Io non sono un bigotto religioso, ma -essendomi preso la responsabilità di rappresentare questa figura- mi sono documentato e ho scoperto in lui un forte senso del perdono. Mi riferisco all’ episodio dell’ attentato subìto dal pontefice; successivamente, come tutti sappiamo, GPII visitò in carcere Alì Agca, l’ uomo che lo voleva morto, e lo perdonò. Un uomo così credo meriti un’ attenzione particolare.
Quindi, Maurizio Travaglini è disposto a perdonare questa “sottrazione indebita” ?
Lo vorrei definire un “disguido” (sorride); si, perdonerei. Attendiamo gli sviluppi, spero di poter mettere a disposizione di tutti la mia opera quanto prima.
Non solo a Bagnoli, dunque.
No, perché dobbiamo uscire da questa mentalità: intorno al metro quadrato in cui viviamo c’è il mondo e noi dobbiamo aprirci ad esso.
Attendiamo, dunque, insieme a Maurizio Travaglini che questa faccenda rientri nei canoni della legalità e che l’ opera possa essere fruibile da tutti quanto prima.
photo per gentile concessione dell’artista