Il Cristo Velato. C’era una volta il principe alchimista…


Storia e leggenda del Principe di Sansevero, Cappella Sansevero e del Cristo velato. 

Il principe Raimondo di Sangro

Definito nei modi più bizzarri dai vari storici che ne hanno indagata la vita; fu uomo colto con lo pseudonimo di “Precipitoso” nell’Accademia de’ Ravviati, ”Esercitato” in quella della Crusca e “Gran Maestro” di tutte le Logge napoletane in ambito massonico.

Mente eccezionalmente dotata negli studi di materie filosofiche, linguistiche (conosceva ben otto lingue), pirotecniche (i vari verdi, giallo, rubino, sono una sua invenzione e che ancora oggi ammiriamo nelle girandole pirotecniche) e scienze naturali.

Quest’ultime sono quelle che hanno alimentato maggiormente racconti che ancora oggi ruotano in torno alla sua figura, al suo palazzo sito in piazza San Domenico Maggiore nel pieno centro storico di Napoli. Difatti, racconta Salvatore di Giacomo: “Fiamme vaganti, luci infernali, diceva il popolo, passavano dietro gli enormi finestroni al pian terreno, nel Vico Sansevero (…) Nel silenzio della notte, si udiva come il tintinnio di un’incudine percossa da un martello pesante (.) o tremava il selciato del vicoletto come per il passaggio d’enormi carri invisibili”.

Narrazioni che investono anche Cappella Sansevero, famosa nel mondo. Luogo d’inestimabile bellezza, per arte scultoria, bellezza e curiosità sul Cristo Velato e le Macchine Anatomiche.

Il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino

Il Cristo Velato è una statua marmorea adagiata al centro della piccola cappella, opera dell’artista napoletano Giuseppe Sammartino su commissione del Principe Raimondo di Sangro.

 

Si narra che Il principe accecò l’artista, di modo che non ripetesse per altri, la straordinaria scultura. Altresì, che  il velo che copre il Cristo fosse in realtà vero, e ad opera di un intruglio alchemico del principe, fosse divenuto marmoreo. Mentre le Macchine Anatomiche non fossero altre che due servi fatti uccidere per poi imbalsamarne i corpi.

Il principe alchimista, attraverso una serie di modifiche fece della cappella preesistente un capolavoro di arte barocca, uno scrigno d’ arte manuale, vanto e testimonianza giunta fino a noi della famiglia Sansevero. In realtà questa cappella nasce come piccolo altare, un ex voto.

Si narra che un carcerato, incatenato passando vicino ai giardini del Palazzo Sansevero, vide crollare una parte delle mura, e da dietro scorse l’immagine della Madonna.

Promise a se stesso e alla vergine, se giustizia fosse stata fatta, che avrebbe donato una lampada d’argento e un’iscrizione. L’uomo fu scarcerato, tenne fede alla promessa e da allora quel luogo divenne meta di pellegrinaggio, dispensando grazie.

Tempo dopo, anche il duca di Torremaggiore Giovan  Francesco di Sangro, ammalato gravemente, si rivolse a questa Madonna. Guarito, fece innalzare, dove era apparsa per la prima volta la venerata effige, una piccola cappella detta Santa Maria della Pietà o Pietella (visibile sull’ altare maggiore ancora oggi).

Solo grazie a Alessandro di Sangro Patriarca di Alessandria, figlio di Giovan Francesco, s’iniziarono i lavori di ampliamento e trasformazione, da luogo votivo a cappella di famiglia, ove avrebbero riposato le spoglie mortali degli antenati e futuri membri della nobile casata. Ma,fu Raimondo di Sangro (il principe alchimista), dietro un cospicuo investimento economico,impegnando notevoli cifre di denaro, a renderla quello splendore che tutti ammirano oggi in pochi minuti  sostando senza parole.

Gli ingredienti ci sono tutti, storia, arte cultura, religione, esoterismo.

Napoli è questo e tanto altro. Scopriamolo, scopritelo.

Per tutte le informazioni per visitare il Cristo Velato

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