A causa della pandemia scoppiata all’inizio dello scorso anno, tantissime persone si sono ritrovate in serie difficoltà. Attraverso la nostra rete di contatti, siamo venuti a conoscenza di una storia che ha per protagonista una donna di 45 anni che da tempo ha perso i genitori e che, oltre ai suoi due amati cani, non ha altri affetti. Si tratta di una chef che per tutta una serie di sfortunate coincidenze si è ritrovata senza lavoro e senza documenti e oggi fatica ad andare avanti. Vi raccontiamo la sua storia nella speranza che chi legga possa aiutarla in qualche modo.
Sara: “Ero in Cina quando è scoppiata la pandemia”
Sara era in Cina da due mesi. Lavorava per una nota multinazionale italiana come Chef di un team italiano. A causa dell’improvviso scoppio della pandemia in Cina, le fu chiesto di rientrare in Italia per 3 settimane. Così Sara, pensando di dover tornare presto in Cina, dopo aver trovato una sistemazione per i suoi amati cani, preparò un piccolo bagaglio (adeguato al tempo concordato) e, portando con sè solo dei contanti, partì per l’Italia lasciando in Cina il resto delle sue cose, ivi compreso il portafoglio con le sue carte di credito.
L’entità dell’emergenza sanitaria era però stata sottostimata. Dopo circa un mese, il responsabile della multinazionale presso la quale Sara lavorava le telefonò per dirle che la situazione in Cina era precipitata e che nel frattempo il periodo di prova dei 3 mesi era scaduto. Pertanto il loro rapporto di lavoro poteva considerarsi concluso.
A giugno le vennero rispedite le sue cose. Tuttavia furono recapitati a Sara solo alcuni pacchi (tra l’altro giunti a lei solo ad ottobre). Le restanti cose sembravano essere andate smarrite.
Un lavoro stagionale in Costa Azzurra
Nello stesso periodo Sara trova un nuovo lavoro, uno stagionale ad Antibes, in Costa Azzurra. Intanto arrivano dalla Cina anche i suoi amati cani. La vita sembrava aver preso nuovamente il giusto corso.
Il 10 dicembre viene diagnosticato ad uno dei suoi cani (a Sparta) un tumore di tipo B aggressivo. Oltre al dolore per la malattia del cane, per Sara si presenta un nuovo ostacolo: la difficoltà di sostenere le spese per le cure. In aggiunta alle spese di affitto e a quelle relative alle utenze, il costo delle chemio e quello delle visite specialistiche è davvero insostenibile.
La settimana scorsa Sara è stata costretta ad interrompere le chemio perché purtroppo non ha più soldi per pagare le cure e per pagare l’affitto. Restano ancora 9 chemio per terminare il ciclo terapeutico, ma il lavoro stagionale è terminato il 15 ottobre e la Francia è in lockdown. Trovare un altro lavoro è praticamente impossibile. Intanto il resto dei beni di Sara compreso il suo portafoglio con le carte di credito è bloccato a Pechino in un container.
Quello che chiede Sara è soltanto un lavoro affinchè possa curare il suo cane e possa tornare a condurre una vita dignitosa. A breve sarà costretta anche a trovare una casa più modesta perchè l’affitto che paga ora non può più permetterselo senza un lavoro.
Abbiamo voluto dare voce a Sara perchè siamo certi che qualcuno di buon cuore possa darle una mano. Chiede solo di poter lavorare, Nient’altro! Sappiamo che la ristorazione attualmente non naviga in buone acque, ma sappiamo anche che in situazioni gravose come quelle che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo dal 2020 a questa parte danno luogo a grandi sinergie. Uno per tutti e tutti per uno. E’ dalle crepe che nasce la luce e noi speriamo che qualcuno possa ridare luce a Sara.
Grazie, in via anticipata, a chi vorrà e saprà darle una mano.
(Chi volesse dare una mano a Sara può scrivere a magazinepragma.it@gmail.com. Vi metteremo in contatto con lei)