Il focus di storie fotografate, ha come protagonisti una coppia che da anni gira il mondo; Luca e Madda nei loro scatti raccontano sé stessi, i Paesi, le lingue e le tradizioni che hanno incontrato.
Incontriamo nel web, su Instagram, Luca Signorelli, e da subito ci cattura il caleidoscopico mondo delle sue Street photo, la multiculturalità dei suoi soggetti, e la valenza umana del suo viaggiare che da anni condivide con la sua compagna di vita: Maddalena Mondino.
Tantissimi i Paesi attraversati, oltre sei lustri, in cui ha visitato, vissuto e metabolizzato interiormente i luoghi e le persone, per poi fissarli negli scatti. La fotografia per Luca Signorelli non è una professione, bensì, una passione che coltiva da sempre; un archivio visibile e saldo nel tempo di ciò che un viaggio ci consegna.
Nello specifico è più uno Street photgrapher o un narratore di viaggi?
Direi entrambi. In realtà, non ho preferenze particolari nel fotografare: spazio dal paesaggio alla Street photo, ai ritratti. Tutto ciò che mi ispira in quel determinato momento.
Ho visto che nelle foto cita sempre un’altra persona, sono scattate da entrambi le foto?
Sì, la mia compagna, fonte inesauribile di ispirazione per i nostri viaggi. Condividiamo le foto così come la vita, rappresentiamo le diverse sensibilità che ci permettono di cogliere al meglio, le sfumature dei luoghi che visitiamo e delle persone che incontriamo. Lei è un’appassionata di yoga e alimentazione vegan, di recente – dopo oltre trent’anni di vita assieme – mi sono avvicinato anche io a questo stile di vita. I benefici che sto riscontrando sono tanti sia sul piano fisico che spirituale.
Le sue foto raccontano di viaggi cominciati, quando?
Oltre 30 or sono.
Quanti Paesi ha visitato e quali sono le prossime tappe?
Circa 45 Paesi, le tappe non vengono quasi mai pianificate se non con un preavviso contenuto. Seguo molto l’ispirazione del momento, non mi piace programmare a lungo termine.
Viaggia, per?
Nutrire l’anima.
Le sue foto ritraggono momenti di quotidianità, predilige volti di bambini africani. Perché?
Per una serie di circostanze, si è presentata la possibilità di tornare in Kenya dove son stato molte volte come classico turista. In questa occasione, volevo cogliere con l’obiettivo fotografico la forza dell’anima, che in queste popolazioni è molto evidente. Il volto e gli occhi, dei bambini in particolare, è universalmente l’unica via. A differenza degli adulti, non hanno ancora offuscato questa finestra.
Ci racconta di un ricordo o un viaggio, in particolare?
Difficile, dire quale ricordo preferisco. Sicuramente i luoghi, potenti dal punto di vista energetico, ad esempio: l’isola di Pasqua o l’Islanda. Tantissimi sono i ricordi delle persone che ho incontrato. In loro riscoprivo piccole particelle della mia esistenza, un filo comune che lega tutti noi indipendentemente dal colore della pelle, della razza o religione. Sono sempre riuscito a comunicare con tutti, al di là della lingua con una forte dose di empatia reciproca.
Le foto: quanto sono importanti secondo lei nel descrivere ciò che si è visto è vissuto?
Fin da piccolo ho sempre avuto una memoria fotografica, per cui le immagini rappresentano un canale più immediato della parola per esprimere i propri sentimenti, la propria personale visione del mondo che ci circonda.
I feedback alle sue foto di Instagram (signum65), sono quelli che si aspetta?
Decisamente sono molto importanti, anzi superiori alle mie (anzi alle nostre) aspettative. Non cerco la popolarità, ma soprattutto la condivisione. Instagram, mi ha dato la possibilità di amplificare le esperienze che provo durante i viaggi: nuove conoscenze, condivisioni di esperienze di vita. Al contrario di molti altri, sono felice che la tecnologia sia arrivata nei luoghi più reconditi del pianeta; finalmente è alla portata di tutti la possibilità di condividere delle conoscenze.
Fotografare e viaggiare camminano assieme?
Non necessariamente. Ritengo che il viaggio in sé sia nuove esperienze, per cui è possibile sperimentare anche senza spostarsi molto, semplicemente cambiando il nostro punto di vista. Abbandonare le consuetudini e sperimentare nuovi modi di sentire e di vedere la realtà, lavorando su noi stessi. Concludo con la frase che riporto sempre nella didascalia alle recenti foto del viaggio in Kenya: provo ad essere testimone che la felicità non è all’esterno, ma va ricercata all’interno di noi.
Le foto che seguono, sono solo una piccolissima parte di ciò che Luca e Madda hanno raccolto in trent’anni di viaggi; emozioni e ricordi indelebili attraversando in lungo e largo il globo.
Foto: Luca Signorelli – Maddalena Mondino