La Commissione europea ha discusso a Bruxelles un visto per i turisti britannici in ingresso nell’Ue simile a quello richiesto dagli Stati Uniti ai cittadini europei che si recano negli USA.
S’inizia a discutere fra mille cavilli, nei vari ambiti di competenza, quale ordine dare ai nuovi rapporti Gran Bretagna – Ue a seguito del referendum che a giugno scorso ha decretato l’uscita dell’UK dall’Unione Europea.
E’ dal turismo arriva la prima novità secondo la quale la commissione europea starebbe discutendo l’introduzione di un visto obbligatorio per i cittadini britannici che intendano viaggiare nello spazio Schengen. Potrebbero essere costretti a compilare un formulario on line e pagare una tassa per entrare nei paesi dell’Unione Europea, dopo che il Regno Unito avrà lasciato definitivamente l’Ue. Potrebbero essere adottate norme simili a quelle richieste ora dagli Stati Uniti per i cittadini europei che si recano nel loro paese per turismo senza bisogno di visto. La commissione europea si appresta a introdurre entro fine anno una nuova legislazione denominata Etias, un modello simile a Esta adottato in United States dopo l’attacco dell’11 settembre 2001; modello di richiesta d’ingresso compilato on line con almeno 72 ore di anticipo e costa 14 dollari. Un provvedimento che non ha colto di sorpresa Amber Rudd, segretario di stato per gli affari interni nel Regno Unito, rivelando che una reazione simile da parte dell’Europa era prevedibile. I player britannici del turismo hanno già bollato il provvedimento come tassa di soggiorno, e immediate sono state le reazioni del comparto turistico che chiederà al governo di prendere provvedimenti per escluderlo. Inoltre Amber Rudd ha asserito che qualora fosse definitivo anche la Gran Bretagna potrebbe attuare lo stesso provvedimento nei confronti dei cittadini europei.
Al momento il Regno Unito pur essendo fuori degli accordi Schengen (abolizione dei controlli alle frontiere), i cittadini britannici non devono richiedere alcun visto o permesso per entrare nei paesi dell’unione europea, basta che mostrino il passaporto, cosi come fanno i turisti degli altri 26 paesi dell’Ue per entrare in Gran Bretagna. Per non essere sottoposta a una normativa di questo genere forse la Gran Bretagna dovrebbe accettare un accordo con l’Ue simile a quello raggiunti da Norvegia e Svizzera sulla libertà di movimento dei lavoratori. Proprio questo sembra essere il vero punto dolente della questione, poiché Londra afferma che dovranno esserci limitazioni all’immigrazione dall’Unione europea.
Insomma, il braccio di ferro sembra essere cominciato. Che cosa peserà di più sul piatto della bilancia: la limitazione dell’immigrazione in UK o una tassa d’ingresso per i turisti britannici – circa 30 milioni lo scorso anno in paesi dell’Unione Europea – e se anche la Gran Bretagna applicasse una tassa simile ai cittadini europei ? Staremo a vedere.