Pompei continua a stupire e ad affascinare. Nel corso di una campagna di scavi condotta insieme all’Università Europea di Valencia, è stata rinvenuta una tomba del tutto inusuale. La tomba presenta una facciata decorata da piante verdi su fondo blu e una camera per l’inumazione. Desta stupore il ritrovamento perchè in quel periodo i corpi degli adulti venivano sempre incenerati. La tomba presenta anche un’iscrizione marmorea dalla quale arriva la conferma dell’utilizzo anche della lingua greca negli spettacoli teatrali.
Zuchtriegel, il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, spiega che nell’area del Mediterraneo “la lingua greca era un po’ come oggi per noi l’inglese , molto diffusa, ma non alla portata di tutti a Pompei”.
Zuchtriegel: “Uno degli scheletri meglio conservati della città antica”
Una storia di riscatto
La tomba appartiene a Marcus Venerius Secundio, un liberto, un ex schiavo che dopo il riscatto aveva raggiunto un’agiatezza economica tale da consentirgli di avere una sepoltura in un luogo di prestigio.
Dai primi esami sul corpo del defunto sappiamo che è morto anziano. ” Doveva avere più di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti”, conferma il direttore.
Ma perché farsi inumare? Secondo Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei Statali, è probabile che Secundio si sentisse “uno straniero, magari arrivato da qualche altro luogo dell’impero romano o da Roma dove in quel periodo alcune famiglie continuavano a praticare l’inumazione, cosa che diventerà poi usuale dal secolo successivo”.
Il mistero delle urne
Alle spalle della cella sigillata nella quale era adagiato il corpo di Secundio, sono state trovate anche due urne, una delle quali in vetro appartenente ad una donna chiamata Novia Amabilis. Potrebbe trattarsi della moglie del defunto. Ma perché alla signora sarebbe stato riservato un trattamento diverso?
Alapont, professore dell’Università di Valencia: “Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerta da questa tomba, dall’iscrizione alle sepolture , ai resti osteologici e alla facciata dipinta, è un fatto eccezionale, che conferma l’importanza di adottare un approccio interdisciplinare, come l’Università di Valencia e il Parco archeologico di Pompei hanno fatto in questo progetto”.
(Foto e video dalla pagina Facebook del Parco Archeologico di Pompeii)