Tra i diplomati al conservatorio di Napoli anche Saverio Mercadante, Vincenzo Bellini, Ruggero Leoncavallo e Riccardo Muti.
Ecco come ce ne parla Enzo Longobardi:
Il Beethoven sognante di San Pietro a Majella – Franco Battiato in Bandiera Bianca ne scrisse un verso epico: “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie”. Ironizzando su tre miti: il più grande musicista classico, il più famoso cantante pop ed il più noto esponente del barocco musicale di allora. A me, però, quel Beethoven in marmo di tre metri nel chiostro del Conservatorio emoziona: lo osservo come stessi vedendo, non una statua ma una persona vivente, in quella posizione china e pensierosa, con un sogno in mente: avvicinare alla musica classica anche coloro che non l’hanno mai ascoltata, soprattutto i giovani. Un obiettivo raggiunto, a vedere i tanti studenti che inondano note dalle aule, ed in strada, i turisti ad ascoltare su via dei Tribunali, magari seduti ad uno dei bar di Piazza Bellini.