Sultanahmet
Istanbul non è una città; è un modo di vivere, di pensare e di rapportarsi con gli altri. Il nostro viaggio parte dal quartiere di Sultanahmet, nella splendida piazza che divide la Moschea Blu da Hagia Sophia. Una fontana circolare ornata da mosaici separa i due imponenti monumenti, posti l’uno di fronte l’altro con i rispettivi minareti che sembrano sfiorare le nuvole. Tutto intorno è un tripudio di giardini in fiore. La piazza è un brulicare di persone e profumi invitanti provenienti dai vari venditori ambulanti di spighe, castagne e stuzzichini locali. Tutto è curato nei minimi particolari e lo slargo per la sua grandezza e assenza di grandi edifici, sembra la location di un libro di fiabe.
Cosa visitare
Se arrivate nel primo pomeriggio non affrettatevi a voler vedere gli interni , soprattutto se è venerdì. L’ideale è visitare i due monumenti al mattino presto, sia per evitare le lunghe file di turisti, sia perché la Moschea Blu è un un luogo sacro, dunque può essere sconveniente recarvisi nei momenti della preghiera. Nella visita alle Moschee accertatevi di avere un abbigliamento adeguato, entrate senza scarpe e se donne, con il capo rigorosamente coperto. Dopo le visite, non dimenticate di fare tappa alla Cisterna Yerebatan e al Palazzo Topkapi, l’antica residenza del sultano.
La Città vecchia
Dopo questo assaggio di meraviglia si prosegue in direzione del Gran Bazar, raggiungibile con il tram, comodo e veloce che collega perfettamente le varie zone della città. Tuttavia se il tempo lo consente la cosa migliore è procedere a piedi. In questo modo potrete ammirare lungo la via i negozietti di souvenir e lasciarvi tentare dalle vetrine di una delle tante pasticcerie. Se amate i dolci, Istanbul sarà per voi il Paese dei balocchi. Poco prima del mercato sorge la Colonna di Costantino, il monumento più antico della città risalente all’ epoca in cui Bisanzio era capitale dell’Impero Romano. La sensazione che avvertirete mettendo piede nel Bazar è di totale spaesamento. Inutile cercare di procedere secondo una logica, poiché il mercato è uni intreccio di corridoi al coperto. Tappeti, spezie, abiti, souvenir, saponi, lampade colorate, ceramiche, gioielli, chi ne ha più ne metta. I venditori sono allegri e cordiali, spesso vi inviteranno all’ interno della propria bottega per un tè alla mela o per assaggiare un dolcetto tipico. Non dimenticate di trattare sul prezzo, la contrattazione è parte della cultura locale e per alcuni mercanti è una vera e propria arte. Dopo un paio d’ore (minime) trascorse nel mercato, la fame avrà certamente preso il sopravvento.
Il cuore pulsante di Istanbul
Potete fermarvi in uno dei localini all’ esterno per un piatto di kebab con riso (in turco kebap), o comprare qualcosa da asporto e continuare la vostra passeggiata. Non meravigliatevi se mentre siete a tavola un gatto cicciotto verrà a fare le fusa ai vostri piedi. In Turchia infatti il gatto è l’animale simbolo del Paese. I felini sono rispettati, accuditi, quasi venerati. Tutti sono pronti a sfamarli e coccolarli. Anche i cani girano senza padrone, ma hanno il microchip e sono controllati regolarmente da veterinari. Meraviglioso soprattutto per i viaggiatori che amano gli animali. Per tornare in centro optate per la strada che attraversa la Città vecchia, costellata da negozi “non turistici”. Attraversandola farete un tuffo nella cultura locale: abiti da sposa e cerimonia pomposi e luccicanti, frutti e ortaggi mai visti prima, stoffe impreziosite da perline e ricami, bigiotteria kitsch.
Foto by Valeria Iannuzzi