Authentico, la prima App a difesa del Food Made in Italy (Intervista a Pino Coletti)


Pino Coletti, esperto di tecnologia e di digital marketing, è l’ideatore di Authentico, la prima App gratuita che aiuta i consumatori ad individuare e ad acquistare il vero cibo italiano ovunque ci si trovi nel mondo.

E’ notorio, purtroppo, il fatto che il fenomeno dell’imitazione e della contraffazione del cibo Made in Italy sia sempre più dilagante. Pino Coletti, durante i suoi viaggi, si è accorto che la cucina italiana andava assolutamente difesa e per questo motivo ha ideato Authentico.

Attraverso una lunga ed interessante intervista Coletti ci ha condotti nel mondo mercato dell’imitazione e della contraffazione del Food del Made in Italy. Definito un “vulcanico bon vivant”, Coletti ci ha raccontato che da tempo ha sposato la filosofia che per trarre il meglio da ogni momento occorre “uno sforzo maggiore del semplice respirare”.

Authentico: bella, semplice da utilizzare ed indispensabile

Ciò che attrae di Authentico sono in prima battuta la vivacità dei colori del logo (una lente di ingrandimento con la bandiera italiana in primo piano su un codice a barre) e la descrizione, ossia

Authentico è la prima App gratuita che ti aiuta a comprare e mangiare il vero cibo italiano autentico, ovunque tu ti trovi nel mondo.

Successivamente, scaricando l’App attraverso Google Play di Android o Apple Store si tocca con mano il fatto che Authentico non solo sia bella, ma anche di semplice utilizzo, intuitiva e che vada diretta all’obiettivo per cui è nata, quello cioè di difendere il consumatore dalle frodi, dall’Italian Sounding sul cibo, aiutandolo ad effettuare acquisti di prodotti Made in Italy in tutta sicurezza.

Ma scopriamo, attraverso le parole del suo ideatore, quali sono le funzioni di questa app assolutamente indispensabile.

Intervista a Pino Coletti su Authentico, app che difende il food Made in Italy

Ciao Pino, cosa è e come nasce Authentico?

Authentico è un progetto che nasce ufficialmente nel 2017, ma che è in cantiere dal 2014 e ha avuto una gestazione lunga perchè abbiamo dovuto comprendere le complesse dinamiche dell’imitazione, abbiamo dovuto validare l’idea con esperti del settore e capire cosa mancava alla comunicazione del cibo italiano.

Viaggio tanto per lavoro e per divertimento e notavo che la cucina italiana è la più amata al mondo – non è la più diffusa perchè per ovvi motivi numerici di ristoranti la cucina più diffusa al mondo è quella cinese. E’ la più amata ed è un attrattore turistico molto importante per il nostro paese. Si pensi che il 50% delle persone che arrivano in Italia lo fanno perchè attratti dall'”italian way of  life”.

Praticamente, siamo molto amati e invidiati all’estero. Quelli che ci invidiano come i tedeschi (ride, ndr) lo fanno perchè in fondo “vorrebbero essere italiani”. Loro sono un grande popolo, abili in tante cose, precisi e all’avanguardia, ma non sono italiani, non vivono in l’Italia, non hanno il nostro modo di pensare e fare le cose.

Quest’attrattiva italiana che si afferma con le famose “tre F”, Furniture, Food , Fashion”, l’arredamento/il design, il cibo e la moda, ci rendono molto noti all’estero, ma allo stesso tempo mostrano anche i nostri limiti e cioè che in Italia abbiamo tante micro-aziende o a conduzione familiare, poca esperienza nell’export, poca conoscenza delle lingue, e quindi oggi noi non riusciamo ad accontentare tutte le richieste.

Questa eccessiva richiesta di cibo Made in Italy viene intercettata dai nostri competitor, per cui aziende extra europee – americane, sudamericane, nordamericane, asiatiche,  intuendo il business e aguzzando l’ingegno si sono messi a creare e vendere prodotti Made in Italy finti, giocando sul famoso Italian Sounding (prodotti che suonano italiani, ma che in realtà non lo sono).

L’Italia nel 2019 ha esportato 45,5 miliardi di Euro di prodotti, con l’obiettivo di 50 Mld di Euro per l’anno in corso, che fu posto durante Expo 2015 di Milano, obiettivo che non sarà raggiungibile per ovvi motivi.

Quelli che ci imitano fanno un fatturato stimato, su un rapporto statistico che ogni 3 prodotti italiani venduti all’estero, 2 sono fake, di circa 100 Mld di Euro annui, e ciò rappresenta un grave danno per la nostra economia e per il Made in Italy.

Authentico, che in inglese significa proprio Originale+O (desinenza latina), nasce e ha come primo obiettivo quello di aiutare i consumatori di tutto il mondo, soprattutto all’estero, ma anche in Italia, a riconoscere i veri prodotti enogastronomici Made in Italy. Per fare ciò, abbiamo pensato al modo più semplice, ossia utilizzare un app, Authentico appunto, che tutti possiamo avere in tasca con il nostro smartphone, ed essendo gratuita abbiamo abbassato tutte le barriere; il consumatore prima di acquistare un prodotto fa la scansione del codice a barre o del QR Code sulla confezione e sa subito se quel prodotto è italiano o meno. Se il prodotto non è noto a noi, può fare una foto ed inviarcela, e saremo noi, in un secondo momento, a verificare l’autenticità o meno dello stesso. Quindi, una delle prerogative più importanti è il fatto che Authentico coinvolge direttamente il consumatore.

Il coinvolgimento del consumatore è una  caratteristica peculiare dell’app, perchè è il consumatore finale quello che alla fine dei conti viene fregato dal fatto di essere convinto di comprare un cibo originale, ma che in realtà non lo è. A differenza di quanto accade nella moda, dove il consumatore deliberatamente e consapevolmente, si avvicina alla bancarella per acquistare un falso, nel cibo non è così, il consumatore trova questi prodotti falsi nel supermercato, sullo scaffale proprio vicino a quelli originali, e farsi trarre in inganno è semplice.

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In effetti, all’estero il gioco del suono delle parole credo abbia molto più effetto che in Italia. Per uno straniero Parmesan, ad esempio, è molto più vicino a Parmigiano che per un italiano ovviamente. Magari in Italia, è più difficile che accada, ma, vorrei farti una domanda in merito. Tu che sei spesso all’estero e hai possibilità di verificare con mano, il prezzo finale differisce di tanto o è simile?

In realtà, a noi arrivano segnalazioni anche dall’Italia, quando la Lidl, ad esempio, propone a marchio che sembrano italiani, ma che non lo sono. All’estero, il posizionamento dei prodotti è appena sotto a quelli italiani, ma non troppo.

Sono intelligenti. Ad esempio un prodotto che se acquistato originale costa 10 Euro, te lo propongono a 8 Euro, non a 2 Euro, una cifra troppo bassa che farebbe sorgere dei dubbi. Sono bravi, sono scaltri ad usare le bandiere italiane, i colori e i nomi simili a quelle delle nostre città o denominazioni. E poi, la maggioranza di questi produttori esteri il più delle volte hanno origini italiane, di terza generazione magari, e quindi anche i nomi italiani in etichetta aumentano la confusione e la possibilità di essere ingannati.

Ad esempio, c’è una famiglia Belgioioso, famiglia di origini italiana, che sono i più grandi produttori di formaggio negli Stati Uniti,  sono anche parenti del famosissimo marchio italiano Auricchio. E quindi è davvero complicato all’estero capire velocemente che quando leggi Belgioioso sull’etichetta, di italiano c’è solo il nome della famiglia degli imprenditori, che in realtà fanno l’Asiago, il Parmesan, il Romano e tante altre imitazioni di formaggi italiani prodotti nel Wisconsin, copiando i nomi delle nostre eccellenze IG che purtroppo non sono brevettati, unica forma di difesa che si potrebbe avere negli USA, ove viene difeso unicamente il concetto di brand. Se il marchio è registrato allora gli americani ti tutelano sempre, altrimenti niente.

Mi piace l’idea che l’app di Authentico sia nata per creare una sorta di difesa del Made in Italy, misura necessaria e fondamentale. Made in Italy per il quale siamo invidiati, ma anche derubati.

Sì, la difesa è fondamentale. Stiamo parlando di punti di PIL sottratti al nostro paese, posti di lavoro persi. Se recuperassimo anche solo 10 Mld di Euro annui, parliamo di circa duecento posti di lavoro. Cioè, parliamo di economia reale e non di filosofia.

E quindi tutti i protocolli e le procedure del DOC o del DOP, ad esempio, non sono tutelate?

Sono tutelate, ma solo nella Comunità Europea. Quindi tutte le sigle europee sono riconosciute e difese in Europa, ma appena si esce dal vecchio continente, nessuno conosce e riconosce nulla. La problematica dell’imitazione e della contraffazione è una problematica enorme, e dunque abbiamo pensato di dare (1)  al consumatore uno strumento per capire prima di comprare cosa sta per acquistare, e (2) abbiamo pensato di coinvolgere il consumatore. Il consumatore che trova un prodotto fake lo può segnalare, a beneficio di altri consumatori. Anche quando trova un prodotto a noi sconosciuto, non ancora catalogato, può inviarci una foto (anche geolocalizzata con tutti i permessi richiesti e concessi all’app) e noi riusciamo a rispondergli con un esito positivo o negativo.

L’enorme mole di dati che raccogliamo alimentano un report annuale che si chiama l’Osservatorio dell’Italian Sounding, dove noi mappiamo per categoria merceologica dove avvengono le maggiori imitazioni. Questi report vengono poi forniti alle aziende nostri clienti, così da fornire un report di geomarketing che consente alle stesse di capire se ci sono dei potenziali mercati dove c’è una domanda inevasa da poter colmare ed agire di conseguenza cercando eventualmente importatori in loco per poter espandere il proprio mercato dei prodotti Made in Italy originali.

Mi sembra molto interessante, così le aziende italiane possono individuare mercati a cui non avevano mai pensato o che per strategia avevano scartato.

Se vedi la mappa delle esportazioni agroalimentari italiane, la maggioranza sono verso paesi confinanti, perchè è semplice affidare i prodotti ad un corriere e, senza barriere doganali è facile viaggiare in Europa. Ad esempio, il primo paese verso cui esportiamo è la Germania e poi a seguire gli altri. Invece, quando esci dall’Europa e vai negli USA, terzo mercato di sbocco, o verso l’Oriente, un mercato con potenziale enorme, le cose si complicano con le pratiche doganali, la catena di distribuzione, una complessità che oggi Authentico cerca di sopperire, fornendo informazioni importanti e assistendo le aziende nel mettere in contatto con gli importatori e distributori.

Il cerchio delle funzioni utili dell’app Authentico si chiude con altre due funzioni. Una molto amata dagli italiani, che è quella di trovare i veri ristoranti italiani all’estero. Ad esempio, se vado a Londra o a New York e voglio mangiare il vero italiano, se cerco su Tripadvisor troverò centinaia di ristoranti apparentemente italiani, ma la stragrande maggioranza non sono italiani originali e poi, i giudizi espressi su questi ristoranti saranno di utenti stranieri.

Che magari non avrà mai mangiato la vera cucina italiana (aggiungo)

Esatto e quindi noi abbiamo iniziato a lavorare con una serie di partnership con varie associazioni di categoria, Chef, Gambero Rosso, Associazione Verace Pizza Napoletana, Associazione degli Chef Italiani a NYi, e tramite loro siamo arrivati a catalogare quei ristoranti che realmente potevamo essere sufficientemente tranquilli da definirli italiani originali. Successivamente, si è creato un passaparola con gli chef italiani all’estero che ci segnalano nuovi ristoranti o le nuove aperture. La mission di Authentico è essere trasparente verso i consumatori. Abbiamo decine di richieste di ristoranti che vogliono pagare per essere sull’app, ma non è così che si entra nell’app, perchè l’inserimento è gratuito, ma condizionata all’osservanza di un decalogo di garanzia.

Questa è la migliore garanzia di trasparenza. Quindi, qual è la procedura?

Esattamente. Parliamo con loro, verifichiamo il menu, o qualche fattura di acquisto di prodotti italiani, chiediamo ad esempio che nella carta dei vini ci sia un minimo del 30% di vini italiani, che ci sia almeno un persona che parli italiano, che lo chef sia italiano o, anche straniero, ma di scuola italiana e che abbia fatto esperienza in Italia.

Credo che se lo chef sia straniero, per assurdo, possa essere ancora meglio. Così,la cucina italiana trova maggiore capacità di inserimento tra gli stranieri attraverso il loro lavoro.

Sì, è così abbiamo creato un vero decalogo di punti da rispettare per essere su Authentico. Ad esempio, abbiamo scartato dei ristoranti per errori sul menu che facevano capire che di italiano forse c’era solo il nome o la bandiera italiana enorme, oramai in disuso per noi, all’esterno del locale.

Infine, ultimo pezzo per completare Authentico sono le ricette. Perchè tu il cibo italiano puoi comprarlo, puoi andarlo a mangiare nei ristoranti italiani o puoi cucinartelo da solo a casa. E così, abbiamo aggiunto inizialmente 100 ricette, le cinque più famose per regione italiana, poi ne abbiamo aggiunte altre. Queste ricette rappresentano l’Italia e abbiamo lanciato il concetto di ricetta autentica, in quanto o perchè non si trovavano i prodotti o perchè alcuni chef amano fare delle varianti per avvicinare i gusti delle ricette ai palati dei consumatori dei propri paese, le ricette originali ed autentiche talvolta si perdono di vista. Su tutto, si vede il formaggio sul pesce o altre cose ingiudicabili da italiani.

Una domanda per approfondire Authentico. Provando l’app stamane, ho notato che nel condividere un prodotto che avevo scansionato per fare un test, mi restituiva l’app, ma non il prodotto. Non sarebbe forse più interessante far condividere il prodotto ed il luogo in cui l’ho trovato?

In realtà, la tua osservazione è giusta e dovremmo condividere il contenuto al di fuori dell’app spostandoci sul web. Oggi, i contenuti sono fruibili nell’app, ma stiamo lavorando affinché essi siano fruibili anche via web e quindi diventa possibile condividere il link direttamente. Il nostro modello di business si fonda sulle aziende italiane di alta eccellenza a cui sottoponiamo la seguente domanda “Ti fa piacere di andare oltre al fatto di essere riconosciuto come prodotto italiano?”, se la risposta è affermativa, quando l’utente individua un prodotto di quell’azienda nostra cliente, allora l’app non solo comunica che il prodotto italiano ma proporrà un pulsante “Scopri di più”, su cui cliccando l’app aprirà l’azienda, il catalogo prodotti e tutto quello che serve per fidelizzare un consumatore, come la vendita online o le ricette collegate al prodotto, la storia dell’azienda o il territorio in cui il prodotto è realizzato.

E proprio il territorio è una parte essenziale, perchè diventa un attrattore culturale, perchè riesco a vedere dove viene prodotta e anche come si fa, ovvero quella componente di storytelling che piace moltissimo all’estero. Così, per le aziende che utilizzano la piattaforma di Authentico c’è la possibilità di sfruttare il digital marketing per far conoscere la propria azienda, la propria storia e i propri prodotti arrivando al consumatore in modo innovativo.

Ho notato che l’app, chiaramente, funziona anche sui vini ed è una cosa che ho molto apprezzato. Sul marchio funziona o si necessita necessariamente del codice a barre?

Oggi, gli unici due codici che analizziamo sono il codice a barre o il QR Code. Il QR code lo usano le aziende che magari non fanno la vendita nella grande distribuzione e non vogliono sostenere il costo di un codice a barre, ma riusciamo a gestirlo e quindi non c’è problema. Non abbiamo al momento, ma è un aspetto che abbiamo in cantiere e su cui lavoreremo, il riconoscimento automatico dell’immagine del marchio e del brand, così come fanno le varie app dedicate al mondo del wine. In una prossima versione dell’app, proveremo ad inserirla, perchè è un valore aggiunto e mi fa piacere che tu lo abbia notato.

Immagino sia un lavoro enorme, ad esempio, recensire anche i prodotti di un agriturismo o di piccole aziende agricole. Perchè immagino, poi, che magari la confettura possa essere buonissima, ma che non possa essere rivenduta nei canali ufficiali.

Un altro elemento di informazione che offriamo a chi usa l’app sono gli allergeni presenti nei prodotti e anche la possibilità di filtrare i prodotti per stile di dieta, esempio come vegeteriani o gluten free. Oggi, però Authentico ha una grande novità dallo scorso anno, ovvero da quando abbiamo sposato una tecnologia Blockchain. La blockchain è una piattaforma informatica distribuita, realizzata tramite un registro digitale incorruttibile, che può essere utilizzato per registrare, in maniera definitiva e quindi incancellabile, documenti, dati, transazioni ed eventi di qualsiasi natura e valore. L’applicazione della tecnologia blockchain per la certificazione della tracciabilità alimentare è riconosciuta per l’affidabilità del sistema e per la trasparenza offerta agli utenti che possono verificare l’effettiva «notarizzazione» della catena degli eventi registrati durante la preparazione del cibo. Per fare un esempio, possiamo scoprire da dove viene il grano nel pacco di pasta che abbiamo comprato o se il pomodoro della passata che stiamo per acquistare è italiano oppure cinese. Quindi, noi oggi riusciamo a dire non solo se un prodotto è Made in Italy, ma anche se lo è tutta la filiera alimentare e quindi il consumatore ha una visione completa e un’assicurazione sul prodotto “dal campo alla tavola”.

Di recente, da un paio di settimane invero, abbiamo rilasciato sempre utilizzando la blockchain la possibilità di tracciare il cibo da asporto o delivery, in modo da essere al passo dei tempi, considerati i tempi in cui ci troviamo a causa del Covid-19. Riusciamo a certificare le procedure igienico sanitarie dell’azienda e grazie a questa soluzione innovativa, che si chiama Authentico CertiFood, un ristorante o una pizzeria può stampare un’etichetta adesiva con un codice QR Code, che viene messo a sigillo del pacco di consegna del cibo, ed il consumatore quando riceve il suo cibo a casa potrà verificare non solo la storia del prodotto che mangia, ma anche tutte le informazioni dell’attività ristorativa e finanche le certificazioni sanitarie dei locali del ristorante o la temperatura di chi lavora in quel momento nel ristorante da cui si è servito. Tutto ciò per noi significa garantire al consumatore un nuovo livello di garanzia, che non si basa solo sul rapporto di fiducia col ristorante, ma è provato dalla trasparenza dei certificati a supporto.

Voglio chiudere con una domanda di attualità. Non possiamo far finta di niente, oramai siamo in era Covid-19, che segnerà i giorni attuali e futuri. Che idea ti sei fatto in merito?

Come tanti, oggi abbiamo tante domande e pochissime risposte. L’idea che ho è che fino a quando non avremo un vaccino – e ci stanno lavorando in tanti, ma prima del primo quadrimestre del prossimo non ci sarà, anche se mi auguro venga trovato prima – noi dovremo convivere con questa situazione e mettere in atto una serie di azioni per conviverci. Però, mi piace dire una cosa, molti sono “attendisti”, nel senso che attendono passivamente gli aiuti dalle varie istituzioni; invece a me piace tanto chi si sta dando da fare e che ha realizzato che è cambiato lo scenario. C’è una frase che a me piace tanto, è di un etologo francese, Boris Cyrulnik, dice

“La risposta alla catastrofe non consiste nel ristabilire l’ordine precedente, ma nel crearne uno che prima non c’era”

E allora chiedo, quanti di noi ci stiamo sforzando per creare un nuovo scenario senza stare fermi ad aspettare che ritorni quello precedente? L’invito che io faccio agli imprenditori del settore agroalimentare e della ristorazione, è proprio quello di darci da fare per capire come cambiare lo scenario. Abbiamo una bella testa, siamo italiani non dimentichiamolo, e quindi diamoci da fare.

Ringrazio Pino Coletti, per il tempo dedicatoci e auguriamo i migliori successi all’app Authentico, in quanto la difesa del Made in Italy è uno scopo nobile e dovrebbe essere perseguito da ogni cittadino italiano, perchè non c’è nulla di più bello della difesa del concetto di appartenenza.

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