Spesso vestito con un mantello dorato, quasi a celebrarne la fama in tutto il mondo, il gianduiotto (o giandujotto) è sicuramente una delle tante perle dell’arte dolciaria piemontese. Togliendo il rivestimento dorato, si scopre un cioccolatino che è frutto dell’unione del cioccolato con una speciale pasta a base di nocciole. Questo connubio di cioccolato e nocciole è proprio ciò che rende il gianduiotto un cioccolatino capace di sciogliersi in bocca e di regalare un senso di leggerezza a chi lo prova. Inoltre, il gianduiotto si contraddistingue per la classica forma, che ricorda una “barca rovesciata”, e per l’impiego di un determinato tipo di cioccolato che prende il nome di gianduia.
Gianduiotti piemontesi: la nascita di un’icona del gusto
Non tutti sanno che i gianduiotti sono nati agli inizi del XIX secolo, dall’ingegno e dall’abilità dei maestri cioccolatieri torinesi. I maestri cioccolatieri torinesi, in virtù del blocco economico imposto da Napoleone alle industrie britanniche e dell’intero Commonwealth, si videro costretti a sostituire il cacao con la nocciola tonda delle Langhe, facile da reperire a buon mercato. Dunque, da questa situazione complicata negli approvvigionamenti di cacao, nacquero i primi cioccolatini piemontesi gianduiotti. Nella versione originaria, i gianduiotti derivavano da un impasto semplicissimo di cacao, acqua, zucchero e vaniglia. Considerando le disponibilità e l’attrezzatura di quei tempi, il chocolatier Michele Prochet impiegò circa un ventennio per riuscire a perfezionare la ricetta dei gianduiotti piemontesi, con l’aggiunta di nocciole tostate e finemente macinate.
Per far assaggiare questa nuova tipologia di dolcetti agli abitanti di Torino, si pensò bene di distribuirli durante il carnevale del 1865 e di assegnare questo compito alla maschera torinese Gianduja, fu proprio in onore di questa maschera e del successo riscontrato che questi cioccolatini presero il nome di “gianduiotti”. Che dire, il successo fu immediato e i gianduiotti divennero il prodotto numero uno in cima alla lista dei desideri di genitori e figli. Da allora, la fama è andata ben oltre i confini nazionali.
Gianduiotti piemontesi: le varietà in commercio
Milioni di gianduiotti, sia industriali che artigianali, vengono venduti ormai ogni anno dalle aziende torinesi. Un successo legato anche alle rivisitazioni della ricetta originaria. Oggigiorno, si possono trovare in commercio dei cioccolatini con una maggiore concentrazione di cacao (le versioni fondenti ed extra fondenti) o di nocciole, rispetto alla ricetta tradizionale, così come delle varianti con l’aggiunta di pistacchio. Si tratta dei cosiddetti Guinnott piemontesi.
Gianduiotti piemontesi: ecco come utilizzarli in cucina
I gianduiotti, essendo molto versatili, possono essere gustati singolarmente oppure essere utilizzati per farcire delle torte ripiene di cioccolato. Per trasformarsi nel ripieno perfetto di torte e crostate, i gianduiotti vengono sciolti in un recipiente nei pressi di una fonte di calore, come i fornelli del piano cottura. Così facendo, da cioccolatini a forma di barca rovesciata si trasformano, a poco a poco, in una mousse profumata con cui poter riempire torte, crostate, biscotti e tanti altri dessert. In fondo, basta un poco di impegno e di fantasia per dare una seconda vita agli amati gianduiotti, creando ricette originali e sicuramente apprezzate dagli amanti del cioccolato, grandi o piccini che siano.