La Pasqua è la ricorrenza più importante della religione cristiana, dato che con essa si celebra la risurrezione di Gesù.In Campania, oltre alle celebrazioni ecclesiastiche di rito, vi sono anche numerose tradizioni popolari.
Le celebrazioni pasquali
Già a partire dalla prima Domenica delle Palme e, per tutta la Settimana Santa, la Campania esplode in una serie di riti e tradizioni in alcuni casi davvero suggestivi come ad esempio la processione dei “battenti” o degli incappucciati che si tengono in varie zone della regione.
Altra processione antichissima e assai singolare è la Processione dei Misteri di Procida del Venerdì Santo, organizzata dalla cosiddetta Confraternita dei Turchini.I “Misteri” non sono altro che il Vecchio Testamento e il Vangelo realizzati con legno, cartapesta ed altre materie prime povere.
Questa processione desta molta curiosità, dramma e impressione.Meno cruenta ma non meno spettacolare è la processione di Acerra, illuminata da migliaia di fiaccole accese dalle donne della città vestite di nero in segno di lutto per la Madonna.
L’intera Campania si anima già durante la Domenica delle Palme, in cui tradizione vuole che ci si scambi una fronda augurale d’ulivo benedetta.Il successivo Giovedì Santo invece è caratterizzato dalla tradizione dei Sepolcri, che vuole che si entri in un numero dispari di chiese (preferibilmente sette) in cui vengono allestiti i Sepolcri.
In alcuni borghi campani tutt’oggi ancora vi sono usanze come la benedizione dell’acqua e del fuoco del Sabato Santo: dopo la messa ogni fedele riceve un po’ di acqua benedetta e una manciata di cenere direttamente dalle mani del sacerdote.
Tradizioni in cucina
La tradizione prevede che un piatto che si consuma la sera del giovedì santo sia la zuppa di cozze.Questa usanza è legata alle vicende del sovrano Borbone.
Si racconta infatti che il monarca, fortemente goloso, venne redarguito da padre Gregorio Maria Rocca.che lo invitò a non eccedere con i peccati di gola almeno nella settimana santa.
Ferdinando, per non rinunciare alle sue cozze tanto gradite ordinò comunque ai cuochi di preparargli i prelibati frutti di mare, chiedendo però una preparazione meno sontuosa.Il Re si fece allora servire in tavola la zuppa di cozze con pomodoro e salsa di peperoni.
Da quel giorno prima a palazzo e poi anche tra il popolo la zuppa di cozze del giovedì santo divenne una tradizione.Immancabile poi su ogni tavola che si rispetti è la pastiera.
La leggenda racconta che si tratti di un dolce nato dal mare.Protagonista di questa storia è la Sirena Partenope che scelse il Golfo di Napoli come dimora.
In segno di devozione, le furono portati sette doni come simboli di abbondanza, ricchezza e dolcezza.I doni erano la farina, le uova, la ricotta, il grano, i fiori d’arancio, le spezie e lo zucchero che poi Partenope in segno di ringraziamento mescolò creando così il celebre dolce.