Barbara Karwowska – Mostra antologica a Castel dell’Ovo.

La mostra antologica sarà visitabile dal 11 al 23 gennaio presso la Sala delle Terrazze di Castel dell’Ovo. Curatrice Fedela Procaccini. Vernissage giovedì 11 gennaio alle ore 16.30.

La mostra antologica dell’artista Barbara Karwowska desidera presentare al pubblico le opere più significative della sua produzione, chiarire l’evoluzione delle tematiche e le variazioni di stile che hanno contraddistinto il suo percorso. Uno svolgimento artistico che ha visto avvicendarsi originali idee, sempre sviluppate con l’ausilio di una solida preparazione tecnica.
La pittura di Barbara muove i passi da un espressionismo forte, intenso nella pennellata e nella gestualità vigorosa e volge, attraversando molteplici stati, ad una ricerca più delicata e tenue nei colori.
È la figura, l’essenza dell’uomo al centro della scena, immerso in un’ambientazione che fuoriesce dal reale per giungere ad un piano metaforico, uno degli elementi a lei più cari. Gli spettacoli, il teatro, l’oroscopo, l’incantesimo fiabesco delle sue creazioni colpiscono per immediatezza e innata sensibilità. Grazie al ritratto, genere che possiamo considerare predominante nella sua produzione, l’artista indaga sé stessa e gli altri, prosegue in un’indagine introspettiva, conferendo, di volta in volta, significati simbolici ai dipinti.
Alle persone che abitano il suo universo, artistico e sentimentale, Barbara ha dedicato i Ritratti di Napoli. Figure a mezzo busto, sorridenti o malinconiche, avvolte da un fondo monocromo e accostate ad oggetti simbolici e protettivi. La piuma e il centrino compaiono con solennità iconica in molte sue opere e si impongono come una seconda firma sulla tela.

Barbara Karwowska – bio

Un lungo cammino quello compiuto da Barbara Karwowska dal suo arrivo a Napoli, nel 1992, ad oggi.
Vi giunge con un bagaglio di conoscenze artistiche, apprese al Liceo d’Arte di Orlowo in Polonia, e con i primi disegni, capaci di emozionare per la cura minuziosa e l’attenzione ai dettati accademici.
Da allora l’artista ne ha fatta di strada. Ricordiamo, a mero titolo d’esempio, la partecipazione, con la Galleria Changing Role, di Guido Cabib, ad Artissima 2003 (Torino) e la selezione di alcuni suoi dipinti, da parte della giuria di Premio Celeste, nelle figure di Manon Slome e Julian Navarro, per il catalogo Expectations Berlino-New York (ZeL Edizioni 2010).

Barbara Karwowska – Mostra antologica. Le opere

Ritratto di nonna Henryka (1991) e Uomo seduto (1991) sono i disegni dal vivo che Barbara porta con sé dalla Polonia. Tra i primi dipinti ammiriamo l’Autoritratto blu oltremare (1994), la serie dei Pinocchio (1996) e 7 giorni (1997). In quest’ultima opera, l’artista si ritrae nel corso di una settimana, in una sorta di appuntamento quotidiano con la tela. Il risultato è un’opera di grandi dimensioni, un passaggio catartico verso la libertà. All’esperienza teatrale con la compagnia Malatheatre di Ludovica Rambelli risalgono i ritratti dei componenti del gruppo, mentre le opere dedicate al Lanificio 25 (2009) aggiungono alla straordinaria qualità pittorica il senso del mistero, del dramma, della solitudine.
Lo possiamo percepire dai toni cromatici, di forte valenza espressiva, e lo possiamo scorgere da alcuni particolari compositivi che preannunciano un’uscita di scena, un’attesa logorante, una sospensione eterna. Intrise di lirismo poetico sono le piccole tele che compongono Sembrano Finestre (2016), particolari ritrattistici che Ornella della Libera identificò come “frammenti di vita, frammenti d’identità incomplete, […] pezzi di mosaico di vita, pezzi di puzzle che solo l’Amore può definire, completare”.

Indagare, scavare, raggiungere la bellezza grazie ai pennelli, ai colori e a quell’armonia che ricerchiamo in continuazione è il sentimento che viene trasferito all’osservatore dalle opere di Barbara Karwowska. Alla città partenopea e alle sue antiche tradizioni l’artista riferisce anche il suo ultimo ciclo di lavori: i Tombolati. Una serie di ritratti di personalità a lei vicine immortalate nell’attimo di mostrare il numero pescato a sorte nel cestino in vimini, “numero che viene riproposto alle spalle della persona raffigurata come se fosse un’aureola” (Emilia Sensale).
Questa antologica vuole raccontare ai visitatori, attraverso tele raramente esposte, il percorso artistico di una napoletana d’adozione che ha scelto l’arte come principale veicolo comunicativo dei suoi sentimenti e delle sue emozioni.

La mostra realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli è ad ingresso gratuito.


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