Michele aveva 17 anni.
Aveva.
Non c’è più.
Perché i BULLI lo hanno divorato dentro e fuori in quei posti dove se non stai bene con te stesso vivi male, l’anima, il cuore, oltre che il corpo. E magari, non fosse bastato, magari lo menavano. Perché ERA diverso dalla norma, non era come tutti gli altri. Allora, se sei DIVERSO, se sei SENSIBILE, allora vieni GHETTIZZATO perché se non siamo tutti uguali allora sei STRANO.
E CHISSENFREGA!
Lo hanno talmente logorato nel corpo e nell’anima che si è tolto la vita lanciandosi da un ponte ad Alpignano, vicino Torino,il 23 febbraio scorso.
IL BULLISMO è una brutta cosa.
Non è necessario essere bullizzati per essere infelici, basta anche essere abbandonati da tutto e da tutti, perché non hai un lavoro, perché non hai i soldi per uscire, perché non hai una famiglia che ti aiuta o per altre ragioni.
Basta poco per essere depressi, soli ed infelici.
Certo, puoi fare finta di non esserlo ma dentro di te sai qual è la verità.
Questo era anche Michele, come tanti ragazzi e ragazze della sua età e non solo. Anche in età adulta, se non hai svoltato, se non hai sbarcato il lunario, sopratutto al mondo d’oggi con questa crisi economica logorante, succede. Tutti i santi giorni!
Fare il giornalista è anche una responsabilità di ciò che si scrive, fare articoli di giornale dove si parla della tragedia è facile, ma fare campagne serie contro il BULLISMO sarebbe più costruttivo perché PREVENIRE è meglio che PIANGERE per la perdita.
In onore e in Memoria del povero Michele Ruffino che aveva 17 anni.
Riposa in pace, se puoiMichele