Napoli: L’INVASIONE DEGLI ANGELI

Angeli terrestri da diverse latitudini al Teatro Mediterraneo di Napoli

“L’Invasione degli Angeli” è andato in scena nell’ambito del Forum delle Culture, un musical che ha nella progettazione e ideazione la firma di Gigi de Luca a cura di  Ethnos Club. L’Associazione “A Sud Secondo movimento”  con i giovani artisti,  gli”Angeli”, appunto, provenienti da percorsi diversi ed accomunati dalla passione per l’arte e la cultura, ha voluto fondere  i diversi percorsi di vita e spirituale, affettiva, artistica, culturale in un unico fil rouge.

L’idea cardine di questo progetto -come afferma lo stesso ideatore- era di mettere in scena, in una prima parte, storie diverse che seguissero più il flusso delle emozioni che la schematica partitura teatrale. Quindi sul palco si sono affacciati   artisti  campani quali : Maria Adamo,Valeria Bassolino, Claudio Benegas, Laura Chiesi, Monica Cipriano, Laura Ferraro, Abraham Kouado, Carlo Liccardo, Annalisa Renzulli, Ilaria Scarano, Cira Sorrentino che si sono alternati ad artistiimmigrati provenienti da Tunisia, Romania, Argentina, SriLanka, Costa d’Avorio: Marzouk Mejri, Prageeth Perera, Costel Lautaru, Francesco Manna. Nella stesura del progetto le stesse storie degli emigrati hanno ispirato l’ideatore, fondendole a quelli di casa nostra.

Nella seconda parte trova spazio e respiro la voce dell’immigrato di casa di nostra, di  chi non ha lasciato la terra natìa e -ciò nonostante- si sente un esiliato, un emarginato. Qui -a ritmi a noi familiari- storie, canzoni, aneddoti trovano il loro habitat naturale nella splendida voce di Antonella Morea che,  insieme al resto del cast, regala attimi sublimi di tradizione e folclore napoletano. Nelle voci e nelle note sembra un viaggio nello spazio temporale. Laddove sono note esotiche,  ritroviamo legami della nostra tradizione e viceversa nelle nostra terra, meltin pot mediterraneo, riecheggiano note arabe, orientali che si perdono nella notte dei tempi  in uno scambio che da sempre avviene nel Mediterraneo e di cui Napoli è sempre stata ventre.

 

Una scena spoglia e buia si apre al pubblico, personaggi fantasmi che si nascondono di giorno per vivere la notte; quando il mondo benpensante riposa con i suoi pregiudizi, loro riprendono a respirare uscendo dalle fogne, dai bassifondi. Figli di un sistema che non accetta i “diversi “, i diseredati, gli sfortunati, i matti, i cantastorie. Quelli che non rientrano nei canoni stabiliti, sono angeli senza dimora. Un percorso narrativo tra i racconti di veri attori immigrati alle storie del ventre di Napoli , passando per gli anni bui, del colera, fino ai giorni nostri. Una storia vecchia e nuova al contempo. Fluido e ritmato lo scorrere e il fondersi sul palco. I cuori dei presenti hanno vibrato al ritmo delle voci, delle note e dei passi ben interpretati sul palco. Ovviamente abbiamo raccolto anche qualche parere discordante all’uscita della sala. Pensiamo che quando si assiste a certe tematiche poste su un palco, bisognerebbe accostarsi con l’animo giusto: di chi è propenso all’ascolto e non influenzato dalle tematiche negative di disoccupazione e altro poste dai media, che si lasci attraversare  da un sentimento che dapprima deve essere quello dello spettatore di un’ opera teatrale  e poi dall’umanità che spesso in taluni è costipata.

Un profluvio di ritmi, parole, gestualità, racconti hanno emozionato il pubblico in sala. E’ sembrato un saltellare sulle pagine di Victor Hugo nei Miserabili o L’opera da tre soldi di Bertold Brecht, senza mai perdere l’identità del suo progetto guida. Ottimo lavoro,davvero ben fatto, che meriterebbe diverse date nei teatri  per il suo profilo storico-sociale-educativo-artistico.

Fate camminare lo sguardo,i piedi sono l’ingombro che gli va dietro

(Una delle frasi di chiusura dell’opera, che racchiude il tutto)

photo e video Angela Garofalo

 


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