Prima guerra mondiale: famiglia siracusana scopre il destino di un suo lontano parente

Siracusa: da oltre 100 anni non si avevano più tracce, fino a oggi

Da circa 100 anni il parente di questa famiglia siracusana era creduto uno dei tanti “ignoti” caduto in battaglia nella Grande Guerra. Non si conoscevano ne data, né luogo della sua morte. La dottoressa Carla Vallone, pronipote di Lello Stefano, durante una visita al Verano, l’antico cimitero romano, sotto la guida del Dott. Walter Grossi, s’è imbattuta in una serie di nomi dei caduti della prima e seconda guerra mondiale. In un secondo tempo, le venne l’idea di cercare il suo bis nonno, e grazie all’aiuto del collega è riuscita a risolvere il mistero sulla sorte del suo lontano parente. In una nota vi era scritto:

Lello Stefano, nato a Catania il 29 Gennaio 1878, soldato del 140° reggimento fanteria risulta disperso sul Carso in combattimento il 15 Luglio 1917.

Le ricerche non potevano terminare con questa dicitura e si è andato a ritroso nel tempo per scoprire la storia e le operazioni militari del 140° reggimento fanteria (detto “Bari”) nelle fasi della guerra. Iniziamo il nostro resoconto dei fatti dal 20 Maggio del 1917. In quei giorni il 140° insieme al 139° iniziava il movimento per avvicinarsi al fiume Isonzo. La stanchezza dei riparti che avevano marciato per 4 giorni, la poca conoscenza della geologia del luogo e la reazione nemica non permisero ai 2 reggimenti di raggiungere gli obiettivi prefissati costringendo la brigata ad arretrare. Dal 25 Maggio al 8 Giugno perdono la vita 81 ufficiali e 2614 gregari.

Così si arriva alla fatidica data, 15 Luglio 1917. Il 140° reggimento fanteria Bari partecipa ad un’azione intensa per allargare l’occupazione di q. 241. Ne ritrae sensibili progressi ma viene contrattaccato dal nemico numericamente superiore costringendo la brigata Bari a ritirarsi nelle posizioni di partenza. Le perdite furono molte ma si riuscì a portare con sé 300 prigionieri.

Proprio qui, questo ragazzo siciliano perse la vita senza fare più ritorno a casa, a Siracusa ove si era trapiantato con  la sua famiglia. Ad aspettarlo, invano restarono la moglie e le due figlie. La rassegnazione nel tempo si fece largo, ma mai svanì il ricordo e la speranza di scoprire, un giorno, dove possa essere il loro familiare.

 

Di seguito il commento del Dott. Walter Grossi, segretario ANA (associazione nazionale archeologi) e collaboratore del CSC (centro degli studi di criminologia):

 

Probabilmente il corpo non venne recuperato subito, avvenne poco dopo l’offensiva di Caporetto Austriaca, la Terza Armata Italiana abbandonò il fronte, il tempo per recuperare i corpi soprattutto dell’estate non ci fu, molti rimasero lì. A conti fatti l’esercito italiano si ritirò sul Piave, in posizioni migliori di prima e con un ruolo difensivo, non più all’offensiva come sul Carso, dove a causa dei continui attacchi persero la vita tantissimi italiani tra cui Lello Stefano.

 

 

foto copertina: immagine Rai
foto articolo: Lello Stefano. Foto conservata dalla famiglia

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