Smartbox: Stupenda Evasione, anche fiscale?


Alcuni giorni fa la Guardia di Finanza Italiana ha indagato sulla società francese Smartbox, rilevando un’irregolarità fiscale pari a ben 105 milioni di euro. Ma di cosa si occupa Smartbox?

Possiamo definire questa azienda francese un vero e proprio colosso delle vendite, in quanto essa si occupa di commercializzare nella grande distribuzione i famosi cofanetti regalo, ovvero dei box che promettono esperienze di viaggio, enogastronomiche, legate allo sport o ai trattamenti benessere. La società è francese di natura ma presenta una sede fiscale in Irlanda, un Paese notoriamente conosciuto per le sue morbide leggi fiscali. Questa scelta non è però bastata al colosso francese, il quale ha, in questo momento, a suo carico, l’accusa di aver frodato lo Stato italiano per milioni di euro.

Se la frode fosse dimostrata, essa provocherebbe danni esorbitanti ad una realtà debole come quella italiana, soprattutto se si somma agli altri episodi di truffa che ogni giorno leggiamo sui quotidiani. In Italia l’evasione fiscale totale ammonterebbe a ben 180 milioni di euro, una cifra esorbitante perché ricade fino all’ultimo centesimo sulle spalle dei cittadini. Immaginiamoci, infatti, come potrebbe essere più equa la distribuzione delle tasse se tutti i soggetti sottoposti a tassazione pagassero il dovuto. Utopia? No, perché l’opinione pubblica sta diventando sempre più sensibile sull’argomento e prova sdegno e vergogna di fronte ad episodi del genere.

Allo scopo di operare in modo attivo sul caso, il portale activism.org ha stilato una petizione chiara ed intelligente, indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Entrate, ovvero agli organi che si occupano di controllare e di agire nei confronti delle truffe fiscali. La petizione chiede principalmente che le somme frodate vengano restituite alle casse dello Stato e che le aziende riconosciute colpevoli di tale frode non possano più operare indisturbate nel nostro Paese. Una multa galattica o una chiusura, anche temporanea, potrebbero infatti scoraggiare comportamenti così truffaldini e lanciare un messaggio di rigore che manca in assoluto nel nostro Paese. Ci siamo mai chiesti perché l’evasione tocca in modo minore gli altri Paesi europei? Le ragioni vanno ricercate innanzitutto in un sistema di tassazione semplice e uguale per tutti, in secondo luogo nel fatto che i Paesi, soprattutto nordici, non sono morbidi nei confronti degli evasori e che il loro positivo sistema giudiziario blocca casi del genere in modo fermo e privo di compromessi.

Se questo comportamento fosse applicato alla situazione italiana, forse le società smetterebbero di evadere in modo così eclatante, perché il rischio sarebbe troppo alto. Probabilmente il messaggio percepito è ancora quello di uno Stato debole, incapace di far valere le leggi che lo regolano e caratterizzato da un sistema giudiziario goffo ed inefficiente. La popolazione italiana può, però, agire nel verso giusto, aderendo alla campagna promossa da activism.org e firmando la petizione presente sul portale.

Servono 100.000 firme perché la petizione possa essere presentata con successo per cui, se anche tu vuoi giocare un ruolo attivo in questo ambito, ti invitiamo a firmare la petizione recandoti al link http://www.activism.com/80251-Vogliamo-che-lAgenzia-delle-Entrate-indaghi-su-Smartbox-e-dia-seguito-allazione-della-Guardia-di-Finanza

Fonte immagine principale: Activism.com
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