Il più lungo shutdown della storia USA

A partite da oggi negli Stati Uniti lo shutdown ha raggiunto il suo record storico. Sono infatti 22 giorni consecutivi di chiusura parziale del governo statunitense, e per la prima volta i lavoratori federali (circa 800.000) non hanno ricevuto gli stipendi previsti.

Molti sono scesi in piazza per protestare e a generare ulteriore ansia e frustrazione è la durata del blocco che potrebbe essere variabile.

Cos’è lo shutdown?

Il Government shutdown, che può essere tradotto con blocco delle attività amministrative, è una particolare procedura del governo statunitense che coinvolge il settore esecutivo ogni volta che il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio, con il rifinanziamento delle attività amministrative. Si tratta di una procedura prevista dal Antideficiency Act e prevede che senza approvazione degli stanziamenti, le attività governative non essenziali risultino “bloccate” fino al rifinanziamento da parte del Congresso.

Già altre volte si è verificata una situazione del genere nella storia degli Stati Uniti. In particolare si ricorda quella del 1995-1996, la più lunga prima di questa (21 giorni), quando l’allora presidente Bill Clinton era in conflitto con il Congresso controllato dai repubblicani.

Il blocco degli stanziamenti area per area

Con il blocco dei fondi molte sono le aree lavorative che ne risentono direttamente. Per quanto riguarda la sicurezza, i militari in servizio attivo non sono retribuiti pur rimanendo al loro posto. Nel campo sanitario sono garantiti i servizi essenziali, ma 82mila dipendenti potrebbero essere rimandati temporaneamente a casa. Il funzionamento della giustizia è assicurato con 95mila addetti su 111mila in attività e con le corti federali, compresa la Suprema, aperte. Per quanto riguarda il fisco e il pagamento delle pensioni, temporaneamente sospesi risultano essere la maggior parte degli staff, con possibili ritardi sulle dichiarazioni dei redditi, mentre le pensioni continueranno a essere pagate e gli uffici resteranno aperti, ma con fortissime limitazioni. Anche il settore dei trasporti ne è colpito, ma controllori di volo e addetti alla sicurezza dovrebbero rimanere al loro posto, mentre l’area che risulta più colpita sarebbe quella culturale, con parchi nazionali e musei che rimarranno chiusi causando danni milionari per le entrate (discorso analogo per moltissimi monumenti).

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Il costo economico

Sebbene momentaneamente la chiusura parziale del governo e di nove ministeri, pari a un quarto dell’intera amministrazione, abbia avuto un costo economico limitato, stimato da JP Morgana in 1, 5 miliardi di dollari alla settimana, una sua prosecuzione ad oltranza potrebbe minacciare la stessa occupazione (in costante crescita da 99 mesi, per la prima volta dal 1939). Oltre che provocare un declassamento del rating americano.

Tuttavia Trump ha dichiarato che è ancora presto per dichiarare l’emergenza nazionale e cerca di tirare la corda per ottenere i 5,7 miliardi per la costruzione del muro al confine con il Messico. Infatti lo shutdown attuale è scattato proprio per il muro, una questione che ha visto i democratici opporsi ferocemente. Ma se la situazione non dovesse sbloccarsi il costo supererebbe di gran lunga il costo dell’opera, visto che a oggi la chiusura delle attività è già costata 3,6 miliardi di dollari.


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