Jean-Claude Romand: una vita di bugie sfociata nello sterminio di un’intera famiglia, la sua
Una vita di bugie, quella costruita da Jean-Claude Romand: finto studente, finto medico, finto impiego all’Organizzazione Mondiale della Sanità, finto stipendio.
Aveva ingannato proprio tutti e godeva della stima di amici e parenti.
Ma il suo castello di carte prima o poi si sarebbe sgretolato e Jean-Claude Romand come avrebbe spiegato a parenti ed amici che altri non era che un misero fallito?
Nel timore dell’umiliazione, Ronad decise di sterminare la sua famiglia prima di esser smascherato: uccise la moglie, due figli e i suoi genitori.
Si salvò soltanto l’amante.
Fu condannato all’ergastolo, ma a breve sarà un uomo libero.
Una bugia dietro l’altra
La prima bugia ai tempi dell’università. Romand non riuscì a superare gli esami del secondo anno di medicina e da quel momento iniziò a mentire.
Pensava si trattasse di un’innocente bugia. Avrebbe avuto il tempo sufficiente per recuperare gli esami e nessuno si sarebbe accorto del suo fallimento.
Ma non andò propriò così e le bugie divennero sempre più importanti.
Mentì fino alla laurea, mai ottenuta, e si attribuì un fantomatico impiego all’Oms di Ginevra.
Usciva tutti i giorni di casa vestito di tutto punto, trascorrendo poi le giornate seduto in macchina nei boschi al confine con la Svizzera.
Per dimostrare di avere uno stipendio si faceva consegnare del denaro da amici e parenti con la promessa di vantaggiosissimi investimenti riservati ai funzionari Onu (ovviamente inesistenti).
Fu proprio quando i suoi creditori iniziarono a chiedergli i frutti di quelle operazioni finanziarie che il suo castello di carte iniziò a traballare.
Il 9 gennaio 1993, a 38 anni, uccise prima la moglie con un utensile da pasticceria, poi i figli con un colpo di fucile alle spalle. Il giorno dopo toccò ai genitori.
Si salvò solo l’amante che tentò di strangolare – poi, Romand tentò di avvelenarsi, ma fu salvato e condannato all’ergastolo.
Accolta l’istanza per la libertà vigilata
Oggi, 26 anni dopo quei terrbili delitti, la Corte d’Appello di Bourges ha accolto l’istanza presentata da Romand per ottenere la libertà vigilata. La stessa istanza, solo tre mesi fa, era stata rigettata da un altro tribunale.
La decisione, secondo quanto riportato da Le Figaro, dovrà essere resa effettiva entro il 28 giugno. A Romand toccheranno due anni di braccialetto elettronico, più altri dieci di «misure di controllo».
Gli sarà, inoltre, vietato di recarsi nelle regioni che lo hanno visto agire da assassino e truffatore, e di comunicare con i media sui fatti di cui è stato protagonista, ma sarà comunque un uomo libero.
“L’Avversario”
Dalla raccapricciante storia di Jean-Claude Romand nacque il libro-inchiesta “L’Avversario” di Emmanuel Carrère, pubblicato nel 2000, dal quale fu poi tratto l’omonimo film.
Carrère ebbe un lungo scambio epistolare con Romand durante gli anni della sua prigionia, seguì il suo processo e si recò addirittura sui luoghi della strage a Prévessin-Moens.
(Foto di una scena del film “L’Avversario” tratta da Wikipedia –Di Fontema – Screenshot catturato personalmente, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4977568 )