Lena e la Tempesta: la trama
Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, solo cinque sono inconfessabili. Lena, in “Lena e la tempesta”, ne ha soltanto uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse per mille. E per quanto si sforzi di dimenticarlo, è inevitabile per lei ripensarci mentre dal traghetto scorge l’isola di Levura, meta del suo viaggio. Levura, frastagliata e selvaggia, dove ha passato le estati indimenticabili della sua giovinezza. Dove non ha più rimesso piede da quando aveva quindici anni. Da quando ogni cosa è cambiata. Ora suo padre le ha regalato la casa di famiglia e lei ha deciso di affittarla per dare una svolta alla sua esistenza. Perché si sente alla deriva, come una barca persa tra le onde. Perché il suo lavoro di illustratrice, che ama, è ad un vicolo cieco. Lena non sarebbe mai voluta tornare a Levura, non sarebbe mai voluta tornare tra quelle mura. Ma è l’unica possibilità che ha. Mentre apre le finestre arrugginite e il vento che sa di mare fa muovere le tende, i momenti trascorsi dell’ultima vacanza lì riaffiorano piano piano: le chiacchierate, gli schizzi d’acqua sul viso, le passeggiate in spiaggia. E insieme il ricordo di quel giorno impresso a fuoco nella sua mente. Il suo progetto è quello di stare sull’isola solo qualche giorno, trovare degli affittuari e ricominciare altrove tutto quello che c’è da ricominciare. Eppure nulla va come aveva immaginato. Lena non sa che quei giorni che abbronzano il suo viso chiaro e delicato saranno per lei molto di più. Ancora non sa che ci si può proteggere dalle emozioni con una corazza, ma c’è sempre qualcuno pronto a scalfirla, come Tommaso l’affascinante ragazzo che giorno dopo giorno la aiuterà a capire chi vuole essere davvero. Non sa che la verità ha mille sfumature. Che nulla è davvero inconfessabile perché la colpa spesso non è dove credevamo che fosse.
Lena e la tempesta: la nostra recensione
Lena è vegetariana, ha trenta anni, una vita monotona, una carriera da illustratrice che non riesce a decollare, una famiglia eclettica e la casa al mare in Sicilia dove andava in vacanza con i suoi genitori regalatale dal padre. E poi ha un segreto che porta con se come un vestito troppo stretto che non le permette di respirare a fondo, di camminare bene, di darle tregua. È in lei come un piccolo, fastidioso malessere che non l’abbandona mai, neppure quando si tuffa nel mare e il sole le asciuga i capelli. Lena è di poche parole, di piccoli gesti e nessuna certezza. Tutto le è stato irrimediabilmente portato via un giorno di quindici anni prima quando, da curiosa adolescente, profumava di vita e curiosità. Lena ha perso la sua lucentezza, da allora è diventata opaca, un fantasmino che cammina, disegna, sopravvive senza speranza e serenità.
Lena riesce a esprimersi solo attraverso gli acquerelli che colorano i suoi disegni eppure l’insicurezza che la caratterizza la trasmette anche alle sue illustrazioni che non le permettono di avere un lavoro fisso e uno stipendio. È, infatti, a causa di queste restrizioni economiche che lascia Roma e sale sul primo aliscafo per Levura, l’isola che ha accolto i suoi sorrisi più veri e che ha visto nascere il suo ingombrante silenzio. Lena non riesce ad entrare nella sua vecchia camera, non sopporta l’odore della sangria, non le piace il ticchettio dell’orologio. Eppure non può definirsi sola. Ad accoglierla c’è Giovanna che, come molto tempo prima, si prende cura della villa. La sua esuberante madre arriva direttamente da Parigi dove ha iniziato una nuova vita dopo il divorzio con il padre e persino lui, trasferitosi a New York, apparirà nel libro. E poi c’è Tommaso, il medico dell’isola che abita nel faro, che lei spia con un cannocchiale, che conoscerà per caso e che per caso le strapperà sorrisi e paure. Poi ci sono Simona, Fabrizio, zia Freya, Paolo ed Enrico, i vecchi amici intellettuali che erano soliti infestare la villa di Levura in tutte quelle estati che hanno ospitato Lena. Ognuno con la sua storia, i suoi segreti e lati oscuri. Compare anche Cassius il piccolo e rumoroso cagnolino trovato per strada che le tiene compagnia durante i temporali e Polly, occhiali rosa e riccioli biondi, accento inglese e pochi anni di vita, è un raggio di sole nelle sue giornate.
Lena e la tempesta: la fragilità della protagonista
Lena è descritta con delicatezza, viene trattata come fosse di vetro, è fragile e questa è la sua bellezza ma anche la sua debolezza. Il suo segreto più profondo non lo racconterà mai e riavvolgere il nastro della sua storia è troppo faticoso. La forza che riesce a far intravedere alla fine del libro è una fiamma debole che Alessia Gazzola, autrice del libro, poteva far brillare più ardentemente. La protagonista del libro passa troppo tempo in silenzio e forse invece, doveva solo urlare, lasciare uscire la rabbia e il terrore, liberarsi. Lo sviluppo della sua figura è sottile, non c’è un vero e proprio cambiamento, non c’è una marcata svolta. Il suo rapporto con Tommaso è descritto come un nuovo inizio anche se Lena, inciamperà ancora qualche volta in vecchi errori. Lei si innamora del giovane medico perché lui sa accarezzare i suoi silenzi toccandole l’anima con gli occhi ma non si riescono ad intravedere come sono nate le basi del loro amore. Eppure a Lena ci si affeziona subito ed è difficile staccare gli occhi del libro.
Arriva infine anche un colpo di scena. Silenzioso, anch’esso non fa rumore. È una nuova consapevolezza che va a cambiare il mosaico della vita della protagonista eppure sembra non avere un’eco rilevante.
Il grande merito di Alessia Gazzola però sta sicuramente nell’essere riuscita a ricreare sullo sfondo della storia un clima e un paesaggio delizioso. Il lettore arriva sull’isola siciliana con una nuvola. Durante la lettura del libro sente la brezza del mare sulle guance, la voglia di passeggiare con una maglietta a mezze maniche mangiando un gelato, si ritrova a guardare il faro da lontano e ad ammirare i disegni di Lena. Entra nella storia e si lascia raccontare il segreto che Lena non confesserà a nessuno.
Se alla fine ti stai chiedendo se leggere o meno “Lena e la Tempesta”, la risposta è: sì!
Caro lettore, buona lettura (: