Teatro Politeama prima nazionale di Kanata-Episode


Teatro Politeama, domani venerdì 28 giugno, prima nazionale di Kanata-Episode I-La controverse Robert Lepage, con il Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine, porta in scena il dramma delle popolazioni native del Canada.

Comunicato stampa

“Venerdì 28 giugno al Napoli Teatro Festival Italia, diretto per il terzo anno da Ruggero Cappuccio, è atteso in prima nazionale lo spettacolo Kanata-Episode I-La controverse, in scena al Teatro Politeama ore 20, interpretato dagli attori del Théâtre du Soleil diretti da Robert Lepage, con la drammaturgia di Michel Nadeau e la direzione artistica di Steve Blanchet.
Kanata è una parola irochese che significa villaggio, paese: la pièce unisce frammenti di una vasta epopea che ripercorre duecento anni della storia del Canada, per raccontare le oppressioni subite dagli indigeni. Lo spettacolo sancisce anche l’incontro, attraverso gli attori, tra due registi — Ariane Mnouchkine e Robert Lepage — convinti che l’artista può essere testimone del proprio tempo. Replica sabato 29 giugno ore 18.30 e domenica 30 giugno ore 20.

Tante le polemiche che hanno coinvolto lo spettacolo. Nel luglio 2018, a pochi giorni dal debutto, Kanata è stato interrotto dalla protesta di intellettuali autoctoni, che accusavano il regista di non aver coinvolto artisti della comunità indigena. Il controverso spettacolo è stato quasi cancellato, ma Lepage e Mnouchkine hanno voluto comunque realizzarlo: è stato presentato in una versione abbreviata, perché alcuni grandi produttori americani hanno ritirato il loro sostegno finanziario. La compagnia del Théâtre du Soleil — che riunisce 30 diverse nazionalità — è rimasta unita di fronte alle polemiche e il regista non ha ceduto alle critiche provenienti da tutto l’Atlantico. Kanata ha debuttando così nel dicembre 2018 al Cartoucherie. Il titolo completo del lavoro contempla questa polemica.

Al centro dello spettacolo c’è il tema dell’identità degli indigeni canadesi, che la compagnia he elaborato lavorando per lo più sul posto, immergendosi nella realtà di ieri e di oggi di queste comunità autoctone. «È stato l’incontro con Ariane Mnouchkine — racconta Lepage — che mi ha spinto ad approfondire il tema delle presenze di indigeni in Canada. L’idea è nata naturalmente, perché se è vero che da diverso tempo avevo voglia di trattare questo argomento, ero in attesa però dell’occasione giusta. Si tratta di un tema che nasconde tantissimi preconcetti – e non parlo solo dello sguardo francese sulla cosa, ma più in generale europeo: esiste una sorta di illusione secondo cui, dato che noi canadesi viviamo accanto alle comunità indigene, dobbiamo per forza conoscere intimamente la storia e i problemi attuali. Ma non è affatto così! L’intenzione è stata quella di unire le nostre due compagnie e di realizzare questo spettacolo […]».

L’idea che Lepage dirigesse gli attori del Théâtre du Soleil è nata proprio da Mnouchkine. Non è la prima volta che l’artista affida la sua compagnia ad altri registi. Sebbene i suoi attori non abbiano mai realizzato spettacoli con registi esterni, hanno seguito molti workshop con specialisti di altre discipline, in particolare con i maestri teatrali asiatici. «C’è stato un tempo — spiega la fondatrice del Théâtre du Soleil — in cui i pittori, gli scultori, gli scrittori, i registi si parlavano, si stimavano e, senza piacersi per forza, si capivano. Si scambiavano dubbi e timori. Anche le illuminazioni, talvolta. E persino, attorno a uno o più bicchieri di vino, qualche soffiata e segreto di produzione. La rivalità non escludeva il cameratismo. L’ammirazione provocava un’invidia lucida e stimolante. Kanata è il risultato di questa ammirazione, di questa affinità consolidata da molto tempo, poi scelta, tra Robert Lepage e me. È stato semplice, all’inizio: nel 2014, un invito entusiasta a lavorare con gli attori e i tecnici del Théâtre Soleil, accettato con altrettanto entusiasmo ed ecco che, per la prima volta “il timone del comando”, stava per essere messo nelle mani di un regista esterno alla compagnia, che sin dalla sua fondazione ho avuto l’onore, il fervore e la gioia di dirigere, allestendo circa trenta spettacoli».

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