Si è appena concluso il Social World Film Festival, la Mostra Internazionale del Cinema Sociale che da nove anni si svolge tra le bellezze paesaggistiche di Vico Equense.
Il Social World Film Festival non è una vetrina di lustrini e mondanità; è una kermesse che denuncia, che invita a riflettere, che esorta a non essere distratti, a non abituarsi agli orrori che quotidianamente si leggono sui giornali e/o che vengono annunciati dai telegiornali.
Il Social World Film Festival: luogo di denuncia e riflessione
In questa nona edizione, si sono toccate tantissime importanti tematiche sociali, dalla sostenibilità all’inclusione, dai disagi adolescenziali alle maternità indesiderate, dai problemi del Mezzogiorno alle dipendenze.
In momenti diversi e con ospiti diversi si è affrontato più volte anche il tema della violenza; violenza sui bambini, sulle donne, sui disabili, sui migranti, su tutte quelle categorie considerate fragili e quindi manipolabili.
Con Rosalia Porcaro, impegnata come regista, sceneggiatrice ed interprete in produzioni che denunciano il dilagante fenomeno della violenza sulle donne, si è parlato di sportelli antiviolenza ai quali possono rivolgersi tutte le donne che sono vittime di maltrattamenti ed abusi di natura fisica e psicologica.
Con il cast de “L’Amica Geniale” si è parlato di violenza sulle donne, ma anche di violenza subita dai bambini, soprattutto da quelli che vivono in quartieri difficili.
La scena della piccola Lila che in uno scatto d’ira viene gettata dal padre dalla finestra è sicuramente quella che ha fatto maggiormente gelare il sangue a tutti gli spettatori.
Una scena che purtroppo non appartiene solo al passato, né alla finzione scenica.
E ancora, con Gianni Parisi, Luciano Giugliano e Gina Amarante si è affrontato il tema della violenza dei clan camorristici. Gli attori del cast di “Gomorra” hanno voluto precisare il compito della nota serie TV, spesso frainteso.
“Gomorra non incita, bensì denuncia. Vivere da camorrista significa vivere nel terrore di poter essere ammazzato da un momento all’altro, significa vivere nascosti, essere sempre nell’ombra e non poter godere di quei soldi “facili”. Gomorra, non incita; piuttosto, mette in guardia, scoraggia”
Modestino Di Nenna e il suo cast di attori hanno spostato il riflettore sulla violenza che il più delle volte si ritrovano a dover contrastare i disabili.
Pregiudizio, indifferenza, discriminazioni, soprusi, maltrattamenti sono le forme di violenza più comuni che subiscono le persone disabili.
Il nostro mare: un enorme cimitero
L’ospite internazionale Itziar Ituño, attivista in diverse cause, si è espressa sulla questione dei migranti. Si è detta molto rammaricata per il fatto che i governi europei consentono che il nostro mare si stia trasformando in un enorme cimitero.
L’attrice spagnola con le sue dichiarazioni ha richiamato il tema del #Swff2019 che è stato “Viaggio: esplorazione, itinerario, evasione” – viaggio inteso anche e soprattutto come gesto di speranza, come atto di disperato coraggio, una tematica di scottante attualità.
Il futuro nelle mani dei giovani, rassicura e dà speranza
La cosa meravigliosa di tutto ciò è il fatto che il Social World Festival sia una kermesse realizzata quasi esclusivamente da giovani a partire dal Direttore Giuseppe Alessio Nuzzo che ha appena raggiunto la soglia dei 30 anni.
Ancora una volta i giovani dimostrano che sono loro coloro che intendono DAVVERO cambiare il mondo; sono loro che scendono in campo, sono loro che denunciano, sono loro a non lasciare passare come, invece, ha fatto la mia generazione (i ragazzi degli anni 90) che pur vedendo i problemi, hanno preferito adottare lo spirito della noncuranza e/o della rassegnazione.
Sapere che il futuro è nelle mani di giovani e giovanissimi (questi ultimi saranno gli adulti del domani) motivati dal desiderio di cambiare e capaci di ispirare gli altri a compiere qualcosa di concreto, certamente rassicura e dà speranza.