Trent’anni senza il Signore del Calcio: Scirea il ricordo.


Trent’anni fa se ne andò Gaetano Scirea, un signore dentro e fuori dal campo

Avevo vent’anni quel maledettissimo giorno, e anche se Gaetano Scirea aveva appeso gli scarpini al chiodo da un anno, per me rappresentava comunque una leggenda, un signore che in campo e fuori dal campo faceva sempre parlare di se in maniera positiva. Scirea ci ha lasciati da trent’anni, la tragedia avvenne in Polonia mentre l’ex giocatore della Juventus era in trasferta per visionare il prossimo avversario dei bianconeri in Coppa il Gornik Zabrze sulla superstrada Varsavia-Katowice. L’annuncio fu dato in diretta Tv da Sandro Ciotti, che aveva ospite nel suo studio televisivo Marco Tardelli che si sentì male, ma in quel momento si sentì male tutta l’Italia.

Un episodio forse è il simbolo di quello che rappresentava Gaetano Scirea in campo, durante un Fiorentina-Juventus ci fu un parapiglia in mezzo al campo, Scirea li raggiunse e disse: ‘Vergognatevi, in tribuna ci sono le nostre mogli, i nostri figli e i tifosi che ci stanno guardando’. La lite finì all’istante e tutto si ricompose, questo è un gesto che forse al giorno d’oggi non si potrebbe mai verificare, si perchè Gaetano già all’ora era una persona fuori dagli stereotipi, ed oggi con tatuaggi e creste che son oin voga avrebbe rappresentato ancor di più una mosca bianca.

Gaetano Scirea di professione “Libero” come si usava chiamare il difensore centrale all’epoca er anato a Cernusco sul Naviglio il 25 Maggio 1953, e con la famiglia si era trasferito a Cinisello Balsamo sempre a pochi passi da Milano. Famiglia di operai, era cresciuto con dei sani valori, iniziò a giocare la calcio nella Serenissima S. PIO X per poi essere tesserato dall’Atalanta. Boniperti ne vide la stoffa del campione e nel 1974 si trasferì alla Juventus dove in 377 partite è riuscito a segnare 24 reti. Ha vinto tutto con la maglia bianconera ed in nazionale si è laureato Campione del Mondo nel 1982.

Scirea rappresenta l’emblema della correttezza, della sana rivalità mai un intervento sul rettangolo di gioco pericoloso, un Signore che al mondo del calcio oggi avrebbe molto da insegnare.

 

 

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