Juve Stabia: L’Ufficio delle cose perdute

Juve Stabia: L’Ufficio delle cose perdute

Juve Stabia,L’Ufficio delle Cose perdute e’ una popolare meravigliosa canzone di Gino Paoli, un titolo che riassume alla meraviglia il momento di crisi nera in casa Juve Stabia.
Il Cittadella, nella gara di sabato vince al Romeo Menti con il minimo sforzo, le vespe vengono fischiate dai propri tifosi. Una scena che a Castellammare di Stabia non si vedeva dai tempi di Gaetano Fontana, quando perse nel girone di ritorno la bussola e poi arrivo’ in maniera inevitabile l’esonero.

Sembra oramai diventato un gioco dell’oca, ma la Juve Stabia non vince dal 20 aprile, data della promozione, poi uno score imbarazzante, 1-2 contro la Virtus Francavilla, 3-0 Pordenone, 1-1 e sconfitta ai rigori contro l’Imolese, poi la Serie B, con il mezzo sorriso di Perugia. Siamo dunque arrivati a nove partite senza vittorie, con uno score che recita 7 sconfitte e 2 pareggi, 4 goal fatti e ben 18 subiti, ovviamente dobbiamo solo analizzare il contesto di questo campionato ma i numeri non sono generosi lo stesso per Mister Fabio Caserta che oramai ha smarrito la bussola della situazione e la strada della vittoria. Parlare di numeri,anche questa volta puo’ essere ripetitivo e noioso ma le vespe hanno messo in maniera ufficiale la maglia nera del torneo, diventando la cenerentola del campionato.

Il Direttore Sportivo Ciro Polito a fine gara si e’ concesso in sala stampa, per metterci la faccia e per mandare la squadra in ritiro, mentre Mezavilla e Vitiello, apparsi scuri in volto hanno professato la strada del lavoro. Al momento sembra non ci sia soluzione al problema, l’aria e’ quella che in questo momento tutti siano colpevoli, tutti dietro la lavagna perche’ si vince e si perde tutti insieme.

Si, sono passate tante settimane del 20 aprile, ma sembra essere passato piu’ di un secolo da quel momento di gioia, con i tifosi che hanno perso il sorriso ed in questo momento il film dell’ultimo campionato di Serie B visto al Menti sta prendendo piede come un cliente indesiderato, come un incubo che torna a manifestarsi.


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