Vedi Ibra e poi muori, Cagliari senza mordente


Vedi Ibra e poi muori, Cagliari senza mordente questo pomeriggio, la squadra è apparsa totalmente assente.

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E’ pur vero che l’avversario era il fantasma di quello che era un tempo, sebbene riesumato dall’arrivo del suo ex centravanti di anni fa.

Tuttavia se si lascia davanti alla porta il centravanti avversario, di speranze ce ne sono ben poche.

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Non è più la squadra che sino a quella con la Lazio giocava e divertiva, in quella specifica gara furono fallite almeno tre occasioni nitide davanti al portiere avversario.

Si buttò una vittoria che sarebbe stata meritatissima e che senza quella follia collettiva, colpevole anche l’arbitro Maresca di Napoli, forse non si sarebbe perso nemmeno a Udine.

Ma coi se e coi ma non si va da nessuna parte.

LA PARTITA

Oggi solo un casuale tiro di Simeone, davvero impalpabile, con Donnarumma fuori dai pali che miracolosamente riusciva in qualche modo a deviare.

D’altra parte da una parte oggi c’erano due portieri titolari delle rispettive Nazionali di Italia e Svezia.

Quel tocco di pennello dell’altro svedese in campo col numero 21 sulla maglia del Milan, che, contro l’ex compagno di Nazionale, effettuava un tiro incantevole che solo un altro fenomeno poteva levare dalla porta.

Se ci fosse stato Cragno tra i pali forse i centimetri di differenza avrebbero fatto la differenza.

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196 VS 184

I centimetri di differenza tra Olsen e Cragno sono 12, molti per un portiere, fanno decisamente la differenza.

Tra i due sarebbero pesati eccome, a mio avviso, da ex portiere amatoriale, credo che il pur bravissimo Alessio di Fiesole, portiere oggi tornato tra i convocati, a causa della sua altezza, non ci sarebbe arrivato a levare quella palla dalla porta nella prima frazione di giunco, nonostante tutto il talento assoluto di cui Cragno è dotato.

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Tuttavia Robin Olsen è un prestito secco che tornerà con certezza il 30 giugno alla Roma come Pellegrini alla Juventus e Nainggolan all‘Inter.

A meno che un miracolo non faccia qualificare la squadra rossoblu in Europa e allora forse la Società potrebbe fare qualche follia per onorare la qualificazione l’anno del Centenario e del Cinquantenario dallo Scudetto del 1970.

MERITI e DEMERITI

Il Milan non ha fatto nulla di particolare per vincere o per meritare i tre punti, il Cagliari neppure quello, ma ha avuto in peggio l’indolenza di cui i rossoneri si sono fagocitati e nutriti per alimentare una vittoria che alla fine appare meritata per l’impegno messo in campo.

IBRA avversario RISPETTOSO

In più di un’occasione ha avuto gesti di estrema lealtà nei confronti del suo avversario diretto, nello specifico Pisacane, ammirevole lo svedese, se fossero tutti così.

Anche se fuori dal campo appare sbruffone e pavoneggiante è da analizzare come sua caratteristica pecuniaria atta a calamitare le attenzioni su se stesso e caricare l’ambiente.

In tribuna centrale Maldini e Boban , fotografatissimi.

Un ABISSO di arbitro

E’ stato poco determinante, rispetto a Maresca nella gara con la Lazio.

Quasi inesistente, ma mancano alcuni cartellini ai  milanisti per falli e atteggiamenti che ai cagliaritani non sono stati perdonati, la solita sudditanza psicologica o chissà cosa.

Oramai ci siamo abituati.

 

CAGLIARI (4-3-1-2): Olsen; Faragò, Pisacane, Klavan, Pellegrini; Nandez (30′ st Ionita), Cigarini, Rog (31′ st Castro); Nainggolan; Joao Pedro, Simeone (24′ st Cerri). A disposizione Rafael, Lykogiannis, Walukiewicz, Birsa, Oliva, Ladinetti. Allenatore: Maran

MILAN (4-4-2): G. Donnarumma; Calabria (28′ st Conti), Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Castillejo, Kessiè, Bennacer, Calhanoglu (19′ st Bonaventura); Ibrahimovic, Leao (45′ st Rebic). A disposizione: Reina, A. Donnarumma, Gabbia, Brescianini, Krunic, Paquetà, Suso, Piatek. Allenatore: Pioli

ARBITRO: Abisso di Palermo

MARCATORI: 1′ st Leao, 19′ st Ibrahimovic

NOTE: Ammoniti: Pellegrini, Nandez, Cigarini (c); Bennacer (M). Recupero: 0′ e 6′

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