Il DPCM del 9 marzo 2020 ha stretto la morsa su tutto il territorio nazionale per affrontare l’epidemia del Covid-19. Ecco le conseguenze per chi corre e fa attività sportiva all’aperto.
“… lo sport e le attivita’ motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro;».”
E’ questa la parte finale dell’articolo 1 del DPCM del 9 marzo 2020. Se è vero che sono annullate tutte le manifestazioni sportive nazionali professionistiche e dilettantistiche, è vero anche che le attività sportive sono praticabili all’aria aperta, a patto che si rispetti la distanza minima di un metro tra gli atleti. in sostanza, non si può correre in gruppo, uno attaccato all’altro, ma si deve stare ad almeno un metro di distanza. Uscire da soli è la migliore soluzione, ma se proprio si deve essere in più persone, allora è bene tenere la distanza di un metro, ma anche superiore.
E’ consigliabile comunque una protezione dinanzi alla bocca, magari una bandana o uno scalda collo, di quelli che i runner utilizzano normalmente. E’ un momento delicato e vanno seguite le precauzioni. Inoltre, non è chiaro se correndo è possibile cambiare città, ma nell’incertezza e dato il momento storico, meglio evitare sino a nuove disposizioni o chiarimenti in merito.
Meno orologi, meno tempi, meno stress fisico
Correre e fare sport sì, ma “meno orologi, meno tempi, meno stress fisico”.
Fare sport è da sempre un toccasana, ma il consiglio è di mettere orologi e tempi da parte per questo periodo e di pensare solo ed esclusivamente al benessere personale.
Lo stress fisico e le attività intense favoriscono il fenomeno dell’Open Windows, ossia dell’apertura di una finestra (letteralmente dall’inglese) per i virus influenzali, in quanto le difese immunitarie si abbassano di parecchio e l’essere umano, anche se giovane, forte e in gran forma, diventa un soggetto a rischio. Il caso del Paziente 1 di Codogno, runner ancora ignaro del tutto, deve essere il monito per tutti.
DPCM del 9 marzo 2020
In pratica, il DPCM del 9 marzo 2020 allarga all’intero territorio nazionale le disposizioni del DPCM dell’8 marzo 2020 e aggiunge alcune restrizioni per lo sprt, facendo una distinzione tra gli sport praticati a livello professionale e non, e tra manifestazioni sportive italiane ed internazionali.
Dunque, sono sospese sino al 3 aprile 2020 tutte le manifestazioni sportive nazionali, senza distinzione di sport. Gli impianti, sempre a porte chiuse per il pubblico, potranno essere utilizzati sono da atleti nazionali e professionisti delle varie federazioni o degli enti di promozione sportiva. Annullate tutte le manifestazioni sportive dilettantistiche, e tra queste rientra la corsa per la stragrande maggioranza dei praticanti.