I primi aiuti economici del governo, si parte male. La comunicazione, sempre peggio. Con un nord a pezzi che prova a rialzare la testa, facendo perno su un cauto ottimismo, dati alla mano. Un sud che resiste a denti stretti, provando ad arginare l’invasione del contagio. L’Italia mostra ancora e sempre punti deboli.
Aiuti economici per Coronavirus
Da una parte l’attacco hacker ai sistemi informatici del sito Inps, dall’altro la mancanza assoluta di comunicazione tra vertici istituzionali e cittadini nella gestione dell’emergenza. Da quasi due settimane il governo ha annunciato le misure finanziare per contrastare la profonda crisi economica, provocata dall’avanzare del virus.
Una lista di bonus per il Covid-19 da destinare nell’ordine: esigenza baby sitter, partite Iva, liberi professionisti in difficoltà. Peccato che nessuno si sia mobilitato a spiegare, in maniera esauriente che la richiesta di questi bonus non fosse condizionata ad un temuto “clickday”. Il piatto è subito servito, sito Inps in tilt, dati sensibili alla mercé degli utenti, sospensione del servizio telematico nel giro di una giornata lavorativa.
Attacco hacker al sito dell’Inps
Il presidente Inps Tridico denuncerà successivamente un aggressivo attacco hacker al sito – anche se gli analisti escludono tale imprevisto – come causa del malfunzionamento dello stesso. Si è verificata una situazione alquanto prevedibile, diciamocelo. Ma non poteva esser sufficiente magari un impegno strutturale informatico maggiore, rafforzare l’apparato e dare comunque una più chiara e precisa informazione agli utenti, evitando uno spietato duello al click più veloce?
Bisogna riflettere che tutto quello che da oggi in poi arriverà, sarà una prova, per noi, per il nostro Stato e per il nostro modo di concepire la società. Dobbiamo interrogarci, sul fatto di essere o meno pronti a queste sfide che la pandemia ci sta presentando con un conto carissimo. In ogni caso è doveroso provare ad affrontarle con strumenti adeguati.
Covid-19: Italia digitale dove sei?
Quando l’emergenza finirà, si spera che idee come investire nelle bande larghe, nei progetti utopici delle città totalmente connesse, nella possibilità di concedere a ciascun cittadino una connessione internet non siano ancora discorsi ancorati ad un irrealizzabile futuro. Un’arma al contenimento del contagio potrebbero essere delle App, in lavorazione, gestite a livello istituzionale, se le premesse sono queste non c’è da stare tranquilli.
La “frittata” della passeggiata
L’altro nervo scoperto in questa settimana è stato il concedere la passeggiata ai bambini accompagnati da un genitore. Dopo i primissimi segnali positivi, frutto delle misure di distanziamento sociale, balsamo per l’angoscia generata dal numero impressionanti di decessi che quotidianamente si contano comunque, senza nemmeno il tempo di assaporare un lontanissimo gusto di normalità che prima o poi arriverà, il Viminale emana un’ordinanza nella quale concede ai genitori, o meglio ad un genitore di accompagnare il proprio figlio a fare una passeggiata.
I tentativi di mettere toppe a questo strappo comunicativo ed istituzionale, pressoché impacciati, hanno generato una situazione di assoluta confusione. Purtroppo il messaggio lanciato alla platea delle 18.00, riunita drammaticamente davanti alla conferenza della protezione civile, è lontano dalla mascherata intransigente politica condotta in queste settimane dal governo.
Quando ci sono troppi galli a cantare il giorno non viene mai, ma qui la situazione è grave, errori come questo purtroppo non abbiamo il tempo per poterli dimenticare. Il virus quotidianamente ci da prova di viaggiare al doppio della velocità della nostra burocrazia. Bisogna colmare anche questo gap.
Libertà personale: l’emergenza e la Costituzione Italiana
Abbiamo gridato allo scandalo, vedendo all’orizzonte atti di una pericolosa tirannia solamente per l’impossibilità di poter fare attività fisica all’aperto, chiedendo aiuto alla Costituzione. Lamentando una pesante violazione della nostra sacra libertà personale. Il senso del nostro vivere democratico, che ci distanzia dalle nostre cugine scimmie, è proprio la libertà personale, vero, ma la cui essenza risiede nel rispetto dei limiti definiti dall’altrui esigenze.
Ora la libertà, intesa come tale, subisce una modifica necessaria, dettata da una situazione pandemica mondiale. Bisogna rinvenire il proprio spazio di libertà nella collaborazione ad un obbiettivo comune, che deve essere per tutti il contenimento del contagio.
E’ questa una delle nuove sfide. Forse risulterà difficile accettarlo, ma libertà di ciascuno sta nel corretto comportamento dell’altro, ora più che mai. Bisogna rispondere presente a questa chiamata della storia, ora o mai più.