Con lo spettacolo dal titolo “Sono nata il ventitré”va in scena nel prestigioso Teatro Bellini di Napoli dal 28 al 30 aprile, la cabarettista siciliana Teresa Mannino.
Un esilarante e riflessivo dialogo dove coinvolge, fin dalla prima battuta, il pubblico presente. Il titolo non è volutamente ricercato, semplicemente si ispira alla sua data di nascita 23/11/70 che ripete sul palco di continuo e non a caso. Figlia di un medico, non segue le orme paterne, bensì sceglie la via dell’arte. Dopo essersi diplomata alla scuola europea di recitazione, si scopre cabarettista; approda anche alla radio conducendo una puntata della trasmissione “Due di notte” su Radio2, a seguire altre. Più tardi conduttrice di programmi di successo anche in televisione, approda anche al cinema; diverse le parti in cui si è cimentata e nel 2012 porta su Rai 2 il suo spettacolo “Terribilmente divagante” che porterà anche nei teatri italiani con un notevole riscontro di pubblico e consensi.
In questo spettacolo una scenografia semplice e pulita come la sua pièce, adorna il palco: sono i palazzi di Palermo, la sua città, dove è nata,vissuta e a cui è legatissima. Leggero e riflessivo, introspettivo e autobiografico è un breve viaggio in un atto unico, dove rifacendosi all’ Odissea, da cui parte, narra i rapporti umani, semplici ieri e complessi oggi… o semplicemente complessi oggi quanto ieri. Compara il lungo viaggio di Ulisse (Odisseo), fatto di anni di attesa da parte della sua consorte Penelope, ad oggi e come sarebbe stato nell’epoca dei whatsup,dei social network,degli sms. Riflette sul complicato rapporto uomo donna che mai avrà una spiegazione logica in quanto essere completamente diversi; sui figli, di come erano, come era lei e i suoi rapporti con i genitori. Da qui si passa ai ricordi d’infanzia e a come oggi vengono gestiti, chiamandosi in causa anche lei in quanto madre. Alle paure, alle fobie -chi non ne ha?- si tenta di sfuggire avvalendosi di maldestri manuali trovati in commercio e sviluppa le sue tesi sull’ inutilità di quest’ultimi e poiché oggi v’è un manuale per tutto, “allora siamo tutti felici”!?
Il pubblico ride, interagisce, non la lascia mai sola, lei lo avverte e chiede supporto. Quello che era il suo concept di spettacolo è ottimamente riuscito. Coinvolgere il pubblico per avere risposte che non saranno mai uguali, diverse da nord a sud. Ipotizzare che sarà materiale per una futura rappresentazione scenica da portare nei teatri non è un utopia. Certamente non sfuggiranno ad una, pronta come lei e interessata alle evoluzioni della società, atteggiamento frutto anche dei suoi studi filosofici.