IL GIUDIZIO DELLA CRITICA
Nel calcio sale agli onori delle cronache chi segna e chi fa assist, tuttalpiù chi evita un goal; Thiago Motta non era niente di tutto ciò, era tutt’altro che appariscente. Forse proprio questo suo non “far stropicciare gli occhi” gli ha procurato tantissime critiche durante tutto l’arco della sua carriera, commenti negativi provenienti dalla maggioranza dei giornalisti sportivi. In pochi erano in grado di capire la sua reale importanza al centro del campo.
LA CARRIERA DI THIAGO MOTTA
Thiago Motta è un ex giocatore, ora allenatore. Da calciatore è stato un centrocampista di importanza fondamentale per quasi tutte le squadre in cui ha giocato. Nasce in Brasile e cresce nel settore giovanile del Barcellona riuscendo a diventare titolare fino al 2004 quando si rompe i legamenti del ginocchio destro. Da lì in poi gli infortuni diventeranno una costante nella sua carriera. L’anno successivo gioca pochissime gare nell’Atletico Madrid sempre a causa di problemi al ginocchio che arrivano anche a fargli pensare di smettere. Arriva quindi il Genoa allenato all’epoca da Gasperini che lo “riporta” al calcio giocato. Segue quindi la rinascita della sua carriera tra Inter, Paris Saint Germain e nazionale italiana.
LE CARATTERISTICHE DEL CENTROCAMPISTA
Thiago Motta era un centrocampista dotato di grande tecnica e di grande intelligenza. Ha avuto un’importanza tattica impressionante in quasi ogni squadra in cui ha giocato, soprattutto nell’Inter della stagione 2009/10 e nel P. S. G. Il mediano eccelleva sia in fase di rottura del gioco avversario che nell’impostazione di quello della sua squadra; sapeva sempre cosa fare, specialmente palla al piede. Sapeva verticalizzare con tocchi all’apparenza semplicissimi ed era molto abile ad inserirsi nell’area avversaria. Tuttavia, a causa del fisico imponente (è alto 187 cm) e degli infortuni patiti, era lento. Mourinho lo piazzava davanti alla difesa, insieme a Cambiasso, nel suo 4-2-3-1 preferendolo spesso a Stankovic, non esattamente uno qualunque. La squadra del portoghese giocava un calcio estremamente verticale in fase di possesso e tutto ciò era permesso specialmente dalle caratteristiche dei giocatori che occupavano la zona centrale del campo: Lucio, Cambiasso, Thiago Motta e Sneijder. Un saggio delle sue qualità si può vedere nella semifinale di Champions League contro il Barcellona: due dei tre goal nascono da suoi recuperi.
Da questo suo intercetto su Messi nasce l’azione che porta al 2-1 realizzato da Maicon; la gara finirà 3-1 per l’Inter che vincerà poi il trofeo battendo il Bayern Monaco in finale. Il declino dell’Inter in seguito alla trionfale stagione 2009/10 è dovuto anche alla sua cessione; i nerazzurri hanno patito grossi problemi a trovarne un sostitua all’altezza. Dei suoi successori, solo Brozovic, con le dovute proporzioni, ha caratteristiche simili.
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LA GRANDE CONSIDERAZIONE AVUTA DA CHI LO HA ALLENATO
Era stimatissimo da ogni tipo di allenatore, anche tecnici che, paradossalmente, non hanno niente in comune tra loro come Gasperini, Mourinho e Conte. L’attuale allenatore dell’Atalanta lo ha letteralmente restituito al calcio, sotto la guida del portoghese ha raggiunto forse l’apice della carriera, mentre il terzo gli ha affidato la numero 10 della nazionale italiana scatenando le polemiche. Nulla di tutto ciò è servito a scacciare via le critiche e Thiago Motta resterà per la maggioranza della critica un giocatore sottovalutato, restando però amatissimo dalla tifoseria interista, come ogni giocatore facente parte della grande impresa del Triplete.
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(Fonte immagine in evidenza: pagina Facebook F. C. Internazionale)