“Pieces of a woman”, trama e recensione


“Pieces of a woman” – Martha (Vanessa Kirby) ha deciso di partorire nella sua casa di Boston ma quando arriva il momento la sua ostetrica Barbara è impegnata in un’altra emergenza e invia in sostituzione Eva (Molly Parker). Assieme al marito Sean (Shia LaBeouf) stringerà la sua piccola solo per pochi istanti, prima di vederla morire improvvisamente. La coppia dovrà a questo punto fare i conti con un dolore immane, mentre la madre di lei (Elizabeth Burstyn) spingerà caparbiamente per rendere giustizia alla piccola in un’aula di tribunale contro Eva.

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La sceneggiatura di Kata Wéber scaturisce da una reale esperienza di vita condivisa col marito, il regista ungherese Kornél Mundruczó, qui al suo primo film in lingua inglese. Prodotto da Martin Scorsese, il lungometraggio punta tutto sull’intensità e riesce a raccontare attraverso piccoli sorprendenti dettagli il dolore e lo sgomento. La coppia protagonista vive il suo disfacimento in un’esperienza devastante, raccontata per capitoli titolati con le date che ne scandiscono il percorso. La freschezza del modo di raccontare eleva una trama semplice e non rivoluzionaria, non strumentalizza la tragedia né si appoggia unicamente ad essa, sfuggendo la retorica.

Indiscutibile la Coppa Volpi all’ultima Mostra Internazionale del cinema di Venezia alla Kirby per la migliore interpretazione femminile. Tutto ad un certo punto gira attorno alle sue reazioni, ai suoi stati d’animo e ai suoi silenzi eloquenti in un processo tra resa e rinascita che porta alla brillante presa di posizione finale. Nel mezzo il conflitto con una madre reduce dell’Olocausto, molto più col coltello tra i denti di lei. In un cast mirabilmente amalgamato le fanno compagnia i bravissimi Shia La Beouf ed Ellen Burstyn.

I diversi piani sequenza appaiono funzionali al racconto visivo, specie quello dedicato al parto che assorbe la prima mezz’ora del film. Immagini fluide e non frenetiche per immortalare la vita, sempre calibrate con movimenti coreografati alla perfezione. Poi la macchina da presa diretta da Kornél Mundruczó sembra essere dotata di vita propria, avulsa rispetto a ciò che accade ai protagonisti: ora gli si avvicina notevolmente, ora si allontana, ora vaga in maniera autonoma tra di essi e nelle diverse stanze. Delicata e sentita la metafora dei germogli che Martha coltiva con pazienza per elaborare il suo lutto e ricominciare, perché nonostante tutto è questo che la vita, pur nella sua durezza, ostinatamente ci insegna.

“Pieces of a woman” è disponibile in streaming su Netflix dal 7 gennaio 2021.

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