Stretching: quando e come farlo. Tra falsi miti e realtà


Stretching, tra falsi miti e realtà – In merito allo stretching esistono diverse scuole, nel senso che si sente dire che è giusto farlo prima dell’allenamento, dopo l’allenamento, lontano dall’allenamento. Insomma quando farlo e come farlo? La risposta del coach Armando Selene.

Stretching: quando e come farlo. Tra falsi miti e realtà

Effettivamente sullo stretching ci sono diverse linee di pensiero. Dire adesso qualcosa che promuova o bocci tale pratica è impossibile, ma posso ovviamente portare la mia esperienza.

Da ragazzo sono stato seguito da vari tecnici e ognuno di loro indistintamente hanno sempre dato molta importanza allo streching. Ero chiamato ad effettuarlo prima di ogni allenamento, di ogni inizio ciclo di ripetute e anche al termine dell’allenamento. Si dedicava ad esso molto tempo, segno che era ritenuto essenziale. Pertanto anche io sono legato in parte a questa pratica anche se da amatore e per gli amatori preferisco verso lo stretching un atteggiamento diverso.

Prima o dopo la corsa?

In primis sconsiglio di farlo prima dell’allenamento, sia perché credo che raramente un runner amatore si approcci all’allenamento nelle condizioni ottimali; capita spesso che si inizi a correre alle prime ore del mattino e semmai ci si è svegliati 30 minuti prima o di sera, dopo una lunga giornata di lavoro ci si approssima ad allenarsi.  Inoltre, non è facile eseguire stretching in modo corretto senza una supervisione o una lunga esperienza alle spalle. Quindi ritengo che un riscaldamento fatto in modo ottimale sia ampiamente in grado di prepararci alla corsa e con nessuna controindicazione.

Diversamente consiglio stretching al termine del riscaldamento. Saremo abbastanza caldi da sopportare meglio gli esercizi. È sempre bene effettuare pochi esercizi e cercare di eseguirli nel modo più corretto. Poi ogni runner arricchirà nel tempo le serie di cui necessita che solitamente sono anche legate alla condizione del momento del runner. Chi come me in questo periodo accusa una piccola infiammazione all’intersezione del tendine d’Achille certamente sarà più attento verso esercizi che attenua questa problematica senza però disattendere a quelli soliti che normalmente si effettuano.

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Pochi esercizi, ma giusti

Personalmente nello streching  vedo più pro che contro, ma se si vuole davvero trarre il meglio da questa pratica sarebbe opportuno dedicare 1 o 2 ore a settimana in una palestra sotto la visione di un tecnico per imparare ad effettuarli, farlo come seduta a sé stante dalla corsa. Certo questo sarebbe il top, ma mi rendo perfettamente conto che per un amatore non è semplice questa soluzione sebbene sia la migliore.

Allora direi piuttosto che niente è meglio piuttosto, per cui fate streching così come espresso nell’articolo quando praticate la corsa e se riuscite a casa, lontani dalla corsa o anche di rientro da un fondo lento, di effettuare un 15/30′ di s. con esercizi di scarico della schiena finale ( piedi estesi lungo un muro e “schiena” quanto più schiacciato possibile a terra x circa 1′) , importante fare pochi esercizi e ripetuti con la giusta tempistica.

In questo la rete per fortuna ci propone varie soluzioni, seguite gli esercizi ma valutate bene il recupero perché un neo di molte tabelle e che sono eccessivamente performanti, lo stretching va eseguito con tranquillità.

Buon allenamento!

 

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