Una grande Italia. Non ci sarebbe altro da aggiungere. Una grande partita, con soltanto due rischi corsi, di cui uno nato da un rimpallo. Per il resto gli azzurri giocano sul velluto. I “peggiori” (si fa per dire) in campo sono Chiesa e Bernardeschi, e solo perché hanno giocato troppo poco per incidere. E comunque si fanno sentire. Migliore in campo Spinazzola, una vera e propria furia sulla fascia.
Il primo tempo è sotto il dominio dell’Italia. Tant’è vero che la Turchia si limita a cercare di contenere la netta superiorità degli azzurri. La squadra è ostica, ed è difficile trovare spazi, ma non pungono davanti. Non a caso l’unica palla gol per i turchi arriva al 52. Jorginho perde una brutta palla in un contrasto con Under. Cavalcata dell’ex giocatore della Roma, ma Donnarumma, aiutato da Spinazzola, riesce a neutralizzarlo.
Ma già al 18′ Insigne mette a lato una bella palla di Berardi. Passano due minuti e Cacir mette in angolo un bel colpo di testa di Chiellini. Poi la difesa regge benissimo, senza però fare nulla. L’Italia gioca bene ma il nervosismo si vede e si sente. Ma nel secondo tempo arriva l’episodio chiave. Scambio Di Lorenzo (subentrato a Florenzi ad inizio ripresa) Barella Berardi. Cross dell’attaccante del Sassuolo, Demiral cerca l’appoggio per il suo portiere, ma Cacir è fuori posizione e il giocatore della Juventus fa autogol.
Il gol ci stappa e ci rilassa. Ma nel senso positivo del termine. La Turchia non reagisce e creiamo tanto. Spinazzola prima costringe Cacir ad una bella parata. Al 66′ l’esterno della Roma si divora la difesa, il portiere respinge il suo tiro, Immobile è rapido a segna il secondo gol.
Cristante sostituisce Locatelli, ma alla fine arriva la gloria per Insigne. Berardi recupera un pallone sulla trequarti della Turchia. Scambio rapidissimo con Barella ed Immobile. Poi la palla arriva ad Insigne che, col tiro a giro, fa tre a zero.
La prima partita dice questo: gioire per una bella vittoria, meritata, siamo pronti a fare bene e meglio. Ma anche attenti a non sottovalutare nessuno. E a sfruttare il vantaggio di giocare tre partite di fila a Roma. E adesso Mancini si gode il ventottesimo risultato utile consecutivo, meno due da Vittorio Pozzo.