“Spiral – L’eredità di Saw”, trama e recensione


<strong>Spiral – L’eredità di Saw – Nel giorno dell’Indipendenza un poliziotto sparisce per poi essere ritrovato a brandelli sui binari della metro. Sarà solo il primo agente vittima di un criminale che con i suoi giochi sembra proprio aver raccolto l’eredità di Jigsaw, l’enigmista. A indagare sul tutto c’è Zeke Banks (Chris Rock), vivace detective non particolarmente amato nel suo dipartimento. Figlio dell’ex poliziotto illustre Marcus (Samuel L. Jackson), al suo fianco viene posto il giovane William Schenk (Max Minghella).

“Spiral – L’eredità di Saw” – Recensione

Il film comincia con fare spiccatamente scanzonato: c’è Chris Rock che filosofeggia su Forrest Gump per come lo conosciamo e la voce dell’emulo di Jigsaw è tutto tranne che inquietante. Ok, era un reboot e ci era stato ampiamente spiegato ma deve fare un certo effetto agli affezionati della saga di Saw veder diluire in tale maniera la tensione. Evidentemente quest’opera mira ad una platea molto più ampia e c’è da dire che col suo avanzare riesce a comporre un quadro complessivo abbastanza godibile. Le macchine infernali sono ben congegnate e l’intreccio è sufficientemente appassionante e capace di regalare un finale non telefonato, nel pieno stile del franchise che ben conosciamo.

Non c’è più il pagliaccio ma vengono rilanciate la testa di maiale e simbolicamente il simbolo della spirale che pure era stampato sugli zigomi della marionetta di Jigsaw. E sopravvive la logica del vivere o morire scontando le proprie malefatte. Alcuni stilemi della saga fanno capolino qua e là, tra le note del tema musicale principale, inquadrature splatter e l’improvvisa accelerazione dei movimenti di macchina. In questo senso la presenza di Rock serve a rompere in qualche modo uno schema prefissato. Dopo otto film e il primo in assoluto diretto come regista James Wan è ancora presente in veste di produttore. Per un’operazione meno horror, più thriller e poliziesco anni ’90, come la vita da distretto suggerisce. Centellinata ma solida la presenza di Samuel L. Jackson, funzionano il minimalismo e la recitazione asciutta di Max Minghella.

Il regista Darren Lynn Bousman, che pure aveva già diretto tre capitoli dedicati all’enigmista più famoso dell’horror, trova insomma una sua quadra e ricrea atmosfere familiari grazie anche ai colori e alle location chiaramente autoreferenziali. Qualche sbavatura la troviamo più che altro nella sceneggiatura di Pete Goldfinger e Josh Stolberg. Qualunque personaggio, ad esempio, è ad un certo punto irreperibile perché con la segreteria telefonica inserita. Già annunciato un sequel, che seguirà ovviamente il nuovo universo appena ideato.

“Spiral – L’eredità di Saw” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 16 giugno 2021.

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