I ritrovamenti di Grotta San Biagio


Grotta San Biagio è un edificio paleocristiano, rinvenuto dal professori Libero D’Orsi  negli anni ’50, oltre agli scavi delle antiche ville Stabiane. La Grotta dedicata a San Biagio, vescovo martire, è un ipogèo Cristiano che situato a quattro-cinque metri di profondità.

La struttura è suddivisa in tre parti: atrio, navata e abside.

Questo, luogo un’antica cava di tufo, era collegato alla costruzione delle ville Stabiane. Si suppone che fosse un tempio dedicato al dio Apollo, in cui si ottenevano i responsi in versi.

Altri, invece, sostenevano che questo luogo fosse dedicato a Plutone, dio degli Inferi.

Il culto del santo fu soppresso intorno al VIII-IX secolo e la Basilica fu chiusa alla fine del XVII secolo, e abbandonato in pessime condizioni.

La conservazione degli affreschi

Nella Basilica, a partire dall’ingresso, sono presenti, sulla sinistra, quattro affreschi mal conservati. E’ possibile intravedere il dipinto di San Francesco che ha un volto sfigurato e lo si può riconoscer dal saio e dalla tonsura dei capelli. Infatti sono rimasti i frammenti di un’aureola ed un ricco manto.

A destra dell’entrata vi sono altri due affreschi: nel primo si intravede un drappeggio policromo in cui spicca il giallo ocra; nell’altro è dipinto un Santo dal volto sfregiato che ha in mano una palma.

Nel primo arco è riprodotta una Santa arricchita da numerosi gioielli le cui mani reggono la corona del martirio ed una croce in stile longobardo posta sul mondo redento.

Sullo stesso pilastro sono dipinti San Mauro e San Giasone.

Nel Secondo arco vi sono Brigida santa del VI secolo e Giovanni Evangelista che tiene nella mano sinistra una pergamena.

Nel terzo arco si intravede la figura di San Michael che regge una lancia e nella mano destra un globo terrestre.

Le figure di maggior rilievo

Nel quarto arco è situato l’affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, regalmente rivestito ed impreziosito di braccialetti.

Al centro è presente una scritta in verticale: Tinniab o Tinniabus. Sulla Volta sono effigiati i volti di Uriele, Gabriele e Gesù, Raffaelle e Michele.

Il Cristo  è raffigurato con i tratti di un barbaro. E’ probabile che il dipinto risalga all’epoca della dominazione Longobarda. Ai lati sono ritratti San Giovanni Battista nel deserto rivestito di una tunica di pelle e San Pietro che regge le chiavi del Paradiso.

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