Napoli sconfitto in Russia, il pensiero post gara di StabiAmore che racconta la gara di Mosca. Questa sconfitta complica e non poco i piani di qualificazione per il gruppo Spalletti
Napoli, leggi la cronaca della partita
Il mio pessimismo sulla gara di Mosca era determinato da vari fattori, innanzitutto le condizioni climatiche acuite dalla pandemia galoppante, le numerose assenze per contagi covid ed infortuni e i precedenti negativi con la squadra russa, da quelli storici dell’era Maradona alla sconfitta dell’andata, peraltro in casa con tre gol sul groppone. Spalletti ha scelto di lasciare fuori Ruiz e Rrhamani, ma Lobotka si dimostra inaffidabile già dal primo minuto, commettendo fallo da rigore su Promes, anche se non è stato proprio un episodio solare, e Mario Rui come nella gara di Napoli lascia a desiderare in marcatura su Moses, che lo fa ammattire con le sue incursioni offensive. La facilità con cui l’ex calciatore del Chelsea salta il portoghese è disarmante, ma anche Koulibaly non riesce a marcare bene l’attaccante Sobolev, che dopo il rigore, realizza pure il raddoppio, questa volta di testa, dove Meret, il portiere di coppa, non riesce ad arrivare. Tra le due reti, Selikhov, il pipelet russo, impedisce il pareggio al Napoli, per due volte su Elmas nella stessa azione e poi con una bella parata d’istinto a mano aperta sul tentativo di Zielinski poco dentro l’area di rigore su assist di Lozano. C’è anche un’azione dubbia in area per un probabile fallo di mano sull’unica buona intuizione di Petagna, che dopo il rigore dei russi avrebbe potuto portare ad un tiro dal dischetto anche per il Napoli.
Comunque il terreno scivoloso per un fastidioso e sempre più insistente nevischio non facilita il compito ad una squadra, priva di calciatori d’interdizione a centrocampo, che trova difficoltà pure ad imbastire azioni offensive e non ha neanche la solita serenità in difesa, dove Jesus e Koulibaly si lasciano infilare troppo spesso dagli attaccanti dello Spartak e il nigeriano Moses diventa un’autentica spina nel fianco come nella gara d’andata, nella quale Rui addirittura si fece espellere. Non porta bene neppure il pallone rosso che non ne vuole sapere di finire alle spalle di Selikhov negli spunti offensivi partenopei, che avrebbero potuto riaprire la gara nel primo tempo come nella ripresa. Poi quando questo capita con Di Lorenzo, il gol viene annullato per fuorigioco e il var dopo ampio consulto dei signori francesi seduti davanti al monitor conferma la decisione del loro connazionale in campo. Poi Mertens costringe ancora il portiere Selikhov ad un grande colpo di reni per evitare il gol, ma finalmente nella migliore azione imbastita e rifinita da Rui e Petagna per la testa di Elmas il Napoli riesce ad accorciare le distanze. Subito dopo grazie questa volta ad una buona incursione di Di Lorenzo, Zielinski non riesce a calciare nel modo migliore verso la porta e lo stesso difensore esterno della nazionale avrebbe potuto fare meglio con un tiro successivo dal limite.
Il Napoli passa il finale ad attaccare alla ricerca disperata del pareggio, grazie ad un continuo possesso palla, con Spalletti che non può effettuare cambi, non avendo alternative in panchina come attaccanti, se non i giovani della primavera Cioffi ed Ambrosino. L’unica soluzione a disposizione è quella di Ruiz, ma il tecnico al posto del deludente Lobotka preferisce inserire Rrhamani e nell’ultimo quarto della ripresa sposta Mario Rui a centrocampo assieme a Zielinski, mentre lo Spartak cala vistosamente anche per l’uscita dal campo di Moses. Spalletti, grande conoscitore del calcio russo per aver vinto con lo Zenit il campionato, protesta per le continue perdite di tempo e viene ammonito in un convulso finale, dove Elmas in tuffo impegna ancora severamente Selikhov, ma il muro russo riesce a resistere anche nei cinque minuti di recupero con sceneggiate di perdite di tempo, che evidentemente appartengono più alla cultura sovietica che a quella napoletana. Resiste quindi il tabù Spartak per il Napoli, che rimette in gioco i russi e torna a mettere in discussione una qualificazione al secondo turno nel girone di Europa League, che sembrava già decisa dopo la goleada in Polonia. Sarà la sfida interna contro gli inglesi del Leicester a determinare gli esiti del girone, ma per ottenere la qualificazione, così come la vittoria domenica sera, contro la Lazio di Sarri, non basterà la volontà messa in campo oggi pomeriggio, ma occorre molta più qualità e soprattutto maggiore cattiveria agonistica.