Oggi 8 Gennaio si celebra l’incoronazione della Madonna del Principio, una ricorrenza particolarmente sentita a Torre del Greco dove ad una quindicina di metri sotto quella che viene chiamata Chiesa di Sant’Anna si trova un’abside che racconta una storia straordinaria.
Non solo Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabiae e Villa Regina, infatti, raccontano il rapporto del territorio campano con il Vesuvio. Ci sono luoghi che pur non avendo la notorietà dei Parchi Archeologici, destano grande meraviglia. Uno di questi è proprio la Chiesa di Santa Maria del Principio (chiamata Chiesa di Sant’Anna) che custodisce una straordinaria testimonianza legata all’eruzione del giugno 1794.
Madonna del Principio, l’immagine sacra scampata alla furia della lava
La chiesa di Santa Maria del Principio (abbasc Sant’Anna) custodisce, incastonata nella roccia lavica, uno straordinario prodigio legato all’eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794.
Il 15 giugno 1794, infatti, una potente colata lavica raggiunse la città di Torre del Greco distruggendo gran parte degli edifici cittadini compresa la chiesa di Santa Maria del Principio. Tutta la chiesa fu ricoperta dalla lava tranne una piccola abside adornata da un affresco seicentesco raffigurante la Vergine del Principio affiancata lateralmente da San Francesco e San Domenico e da un personaggio la cui identità non è nota; l’ipotesi è che si possa trattare del finanziatore del dipinto.
Visitando la piccola abside posta una quindicina di metri sotto l’attuale chiesa si nota come la lava, quasi fosse intimorita nel toccare l’immagine della Madonna, si sia arrestata dinanzi alla sua immagine e l’abbia scavalcata, travolgendo tutto tranne l’immagine sacra.
Fiammelle azzurre dal suolo
La storia della Madonna del Principio inizia però molto prima del 1794. Fu nel XII secolo che a Torre del Greco, venne edificata la piccola edicola contenente l’affresco della Vergine del Principio. Tale edicola divenne ben presto punto di riferimento per marinai e pescatori. Più tardi i torresi, devoti al culto della Madonna del Principio, decisero di edificare una vera e propria chiesa intorno all’edicola che però, nel 1794, come già detto, venne completamente distrutta dalla violenza dell’eruzione.
Ora accadde che dopo l’evento eruttivo alcuni monaci videro innalzarsi alcune fiammelle azzurre dalla lava che aveva ricoperto la chiesa. Dal punto di vista scientifico le fiammelle sono da considerare un fenomeno naturale derivante dalle intense esalazioni di zolfo; dal punto di vista religioso, le fiammelle furono considerate come un miracoloso invito da parte della Vergine Maria a scavare sotto quel manto di lava. Il popolo torrese, determinato a ricostruire la città sepolta dalla lava, grazie anche all’impegno di San Vincenzo Romano, ‘o prevet faticator canonizzato il 14 ottobre 2018 da Papa Francesco, iniziò la campagna di scavo nell’area della Chiesa della Madonna del Principio.
Con attrezzi rudimentali e la difficoltà di restare per molto tempo in un luogo dove le forti esalazioni di zolfo rendevano irrespirabile l’aria, i torresi iniziarono a farsi strada tra le macerie. Scendendo verso il cuore della chiesa, scoprirono che ad una quindicina di metri sotto terra era rimasto intatto un piccolissimo ambiente in cui la lava aveva miracolosamente scavalcato l’antica edicola con l’affresco della Vergine del Principio.
Venne così riedificata la nuova chiesa oggi luogo di devozione popolare per via di quella suggestiva porzione del vecchio edificio scampato alla furia della lava. La Chiesa è oggi meta di pellegrinaggi frequenti, oltre che per l’ipogeo anche per il culto di Sant’Anna alla quale molte donne si rivolgono per chiedere protezione e aiuto per una maternità, che magari stenta o tarda ad arrivare.