Le antiche origini di Sessa Aurunca

Sessa Aurunca- Lungo la via Appia in seguito a degli scavi archeologici effettuati sono stati rinvenuti alcuni resti dell’antica Suessa risalenti all’VIII secolo, principale centro degli Aurunci.

La città fu fondata dopo che i due comuni, Aurunca e Vescia furono distrutti dai romani.

Coniò moneta propria con la scritta “Suesano” e le effigi di Apollo e di Ercole, nota anche come Latium adiectum o Novum. Nel 209 non si alleò con Roma contro Annibale, ma nel 90 a.C. fu municipio romano, parteggiando prima per Silla e poi per Pompeo.

Sotto il dominio di Augusto divenne colonia romana con il nome di Julia Felix Classica.

Divenne uno dei luoghi più frequentati sia centri sia per il commercio che per l’attività agricola dell’impero romano.

In epoca medievale fu territorio della Chiesa fino a quando Clemente IV la donò agli angioini.

Fu feudo del conte di Squillace e, in seguito, di Antonio Piccolomini che la ottenne sposando la nipote di Ferrante II d’Aragona.

La città di Sessa è costituita da mura medievali e da torri cilindriche merlate ed un’interessante porta chiamata Cappuccini.

Il castello di Sessa Aurunca

Nei pressi della città di Sessa Aurunca si erige un antico castello appartenuto a Landone e si pensa che risalga all’anno 879 d.C.

In questo edificio venne ospitato il nobile Federico III di Germania.

Divenne proprietà del traditore Riccardo d’Aquila che la conquistò durante la battaglia tra Federico II ed il pontefice.

Imprigionarono nelle segrete più di trecento persone, tra cui il legato pontificio Pelagio Galvani.

Marino di Marzano in seguito al matrimonio contratto con la figlia del re di Napoli Alfonso d’Aragona, Eleonora, divenne signore di alcune terre della Calabria: il contado di Montaldo ed il principato di Rossano.

In seguito alla morte di Alfonso d’Aragona, i due principi si scontrarono durante il quale il duca Marino venne sconfitto e fu imprigionato in Castelnuovo dove rimase fino alla sua morte.

Il Castello venne ampliato e fortificato, su richiesta dei Marzano, con ben sedici torri le quali furono distrutte durante il terremoto del 1689.


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