La secolare tradizione pastaia di Gragnano ha portato la città ad ottenere dalla Comunità Europea il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) per le particolari caratteristiche del prodotto, ma anche per le tecniche di produzione che, ancora oggi, seguono le antiche regole artigianali. Il grano, ancora oggi, infatti, viene lavorato aggiungendo l’acqua di sorgente proveniente dai Monti Lattari.
Ed è proprio dell’acqua di Gragnano che oggi Enzo Longobardi ci parla avendo fatto sosta presso la fontana del Trivione, una meravigliosa e monumentale fontana in piperno dalla quale sgorga sempre acqua freschissima.
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La fontana del Trivione di Gragnano
“Si chiama fontana del Trivione ed è a Gragnano. Salendo da Castellammare di Stabia è la prima fontana che si incontra. Tutta in piperno con acqua buonissima sgorgante da quattro teste di leone. (oggi due le teste zampillanti). Una fontana ed un luogo storico: qui, i cavalli che trainavano i pesanti carri pieni di grano, diretti alla Valle dei mulini, stanchissimi, si fermavano per dissetarsi. Era un via vai quotidiano perché la pasta stava diventando l’alimento primario della popolazione. Piazza Trivione con via Roma, diventò nell’800, il miglior essiccatoio naturale della pasta: aveva una ottima esposizione al sole e godeva dalla brezza del Golfo di Napoli. Gli spaghetti erano messi ad asciugare all’aria aperta su filari di canne chiamati “spannatori”, che i cosiddetti “aizacanne”, sapevano erigere. Sereno weekend da Gragnano, fontana del Trivione.” – così Enzo Longobardi.