Putin perde amici in Italia?


I primi a prendere le distanze da Putin non appena giunge notizia dell’invasione russa in Ucraina sono Salvini e Conte. Ovviamente fa rumore il silenzio di Berlusconi, che per anni ha trascorso molte vacanze con Putin, sia in Italia che in Russia, e la stessa Meloni, pur dichiarandosi atlantista, ha sempre detto che la Russia e il suo capo di stato difendono, meglio di altre nazioni, i valori europei. Per gli amici italiani di Putin vedergli stracciare il diritto internazionale e invadere l’Ucraina è un duro colpo, che ribalta con tutta evidenza per loro assi e certezze consolidate.

Con te non gioco più

Su tutte sono esemplificative due frasi di Salvini e Conte, la t-shirt del 2015 che aveva stampata la frase “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin” e l’impegno del presidente del consiglio Conte, che nel 2018 dichiarava di voler rivedere assolutamente le sanzioni contro la Russia perché a suo giudizio erano misure che rendevano triste l’Italia.

Letta ha dichiarato nel dibattito in Parlamento di apprezzare il cambio netto e sostanziale di Salvini, che ora condanna la Russia e si presenta all’ambasciata ucraina con un mazzo di tulipani bianchi in segno di solidarietà, recitando anche una preghiera.

Anche Conte condanna l’attacco della Russia e chiede una risposta ferma dell’Unione Europea, anche se in nessuna nota del movimento 5 stelle si specificano le misure sanzionatorie da intraprendere, così come si dichiara sorpreso Di Battista, che aveva sempre affermato con sicurezza il disinteresse di Putin a fare una guerra.

Addirittura Renzi per prendere le distanze dalla Federazione Russa è costretto a pagare un prezzo economico, dimettendosi dal board della società di car-sharing russa Delimobil, mentre Giorgia Meloni, impegnata negli Stati Uniti per un convegno del partito repubblicano, chiede che tutto l’Occidente sia unito nel sostenere l’Ucraina attaccata da Putin.

Dove sono gli amici di Vladimir?

In forza Italia si registra una richiesta ufficiale del deputato Elio Vito di una nota di condanna esplicita e netta da parte del presidente Berlusconi, che però fa filtrare solo di mettere a disposizione le sue relazioni internazionali al servizio della pace e di essere preoccupato dei rischi a cui sta andando incontro anche la Russia.

Il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, esponente dei 5 stelle, è costretto a spiegare che le sue idee precedenti favorevoli a Putin, erano solo in riferimento allo spostamento della Nato ad est, mentre l’attacco militare russo lo considera ingiustificabile.

Insomma l’esercito dei putiniani italiani, che era variegato e baldanzoso, da destra a sinistra, deve battere in ritirata. Invece in pieno covid sfilarono soldati russi da Roma a Bergamo con la benedizione di grillini e leghisti, che nel caso dell’avvelenamento di Alexel Navalny leader dell’opposizione russa, si schierarono apertamente con Putin, mentre i 5 stelle si sono astenuti sulla risoluzione, che chiedeva un’indagine internazionale sui fatti strani accaduti, che hanno mostrato lo stato della scarsa democrazia presente nella federazione Russa.

Oltre a Berlusconi e al suo colbacco, omaggio del suo amico Putin, nella dacia del Mar Nero non bisogna dimenticare che l’ex ministro ed attuale presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini è stato escluso dalla corsa per il Quirinale proprio per le sue posizioni nettamente filorusse.

Posizioni a favore della Russia, comunque si ritrovano anche a sinistra con Rifondazione Comunista, che è contraria agli etno-nazionalisti collaborazionisti con il nazismo e lo stesso Prodi, pur non essendo mai stato un putiniano si dichiara molto preoccupato sui contratti del gas tra Russia e Italia.

L’Italia, come tutta l’Europa, si interroga

Insomma l’Italia, come tutta l’Europa si interroga nei rispettivi parlamenti e negli organismi sovranazionali su quanto sia disposta ad esporsi e a pagare per difendere il principio dell’autodeterminazione dell’Ucraina, ormai consolidato da tre decenni e contrastare invece il disegno neo imperialista e antidemocratico di Putin.

Non bisogna dimenticare che anche molti imprenditori italiani erano legati a Putin e qualcuno come Gianluca Savoini, ex presidente dell’associazione Lombardia Russia è finito coinvolto nelle indagini del Russia gate. Sono tante le cooperazioni che riguardano accordi con il partito di Putin, Russia Unita, riferibili alla lega come i giovani padani che ancora nel 2018 inneggiavano al modello russo come il più importante punto di riferimento nella difesa dei valori tradizionali e persino di tutta la cristianità.

Fortunatamente Papa Francesco ha invitato tutti al digiuno e alla preghiera per fermare il delirio bellico di un capo dello stato di un paese importante come la federazione Russa e invitato a ripristinare condizioni di pace, che tengano conto degli interessi di tutti i popoli, magari in una grande conferenza per la pace da tenere in tempi brevissimi per scongiurare il protrarsi di ulteriori vittime di una guerra, che sta colpendo il cuore dell’Europa.

 

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