Il sud può risollevare l’Italia

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, mobilita il governo al forum di Sorrento sul Mezzogiorno. Secondo Carfagna, grazie agli investimenti del Pnrr, sta nascendo un nuovo Sud con enormi potenzialità e il forum di Sorrento ha  riunito imprese, investitori, istituzioni italiane e straniere e governi dei Paesi confinanti per presentare proposte di grande valore e concretezza.

L’inizio di una nuova politica di interventi per l’Italia

Sono infatti presenti a Sorrento la vice presidente della Commissione europea, Dubravka Suica, la Principessa del Kuwait, Sheila Hissah Saad Al Sabah, il ministro algerino dell’Energia, Mohamed Arkab, il Presidente della corporazione nazionale libica del petrolio Mustafa Sanalia, il ministro portoghese Antonio Costa Silva, oltre naturalmente al presidente della Repubblica Mattarella e al presidente del Consiglio Draghi, assieme a molti altri ministri del governo, tutti esponenti autorevoli, che fanno del forum un evento che consoliderà relazioni diplomatiche e soprattutto segnerà l’inizio di una nuova politica di interventi per l’Italia.

La ministra Carfagna intende andare oltre la solita retorica sule relazioni mediterranee come prospettiva di sviluppo del Mezzogiorno, perché l’aggressione della Russia all’Ucraina e la crisi del gas e dei combustibili, impongono decisioni che coinvolgano soprattutto i Paesi africani, per trasformare l’Italia in un vero e proprio hub europeo per l’energia e le materie prime nel Mediterraneo. Questo ruolo trasformerà sicuramente il Sud in una risorsa per il nostro Paese, ma anche per l’Europa, in un modo tale, che nel futuro il meridione potrà essere decisivo per lo sviluppo sostenibile.

Il Meridione, un ponte tra l’Europa e il giovane continente africano.

Secondo la ministra per la Coesione territoriale, il settentrione italiano avrebbe finalmente capito che bisogna accendere al Sud un secondo motore, dopo quello vecchio della locomotiva nordista, per sostenere in modo adeguato lo sviluppo nazionale ed europeo. Infatti per fronteggiare la grave crisi energetica, acuita notevolmente dal conflitto in Ucraina, bisogna assolutamente collocare proprio nel meridione i nuovi rigassificatori, per garantire l’importazione di gas liquido e aumentare contemporaneamente la produzione di energia solare, eolica e geotermica. Inoltre il sud può attrarre investimenti industriali in un periodo, nel quale bisogna riportare in Europa le produzioni che colpevolmente in passato sono state lasciate in Asia, prevalentemente alla Cina.

Purtroppo alcuni ministeri come quelli per il Turismo e lo Sviluppo economico sono ancora molto in ritardo nel rispetto della quota stabilita dal governo Draghi del 40 per cento dei fondi del Pnrr da destinare al sud, perché il tessuto imprenditoriale del mezzogiorno è molto più fragile di quello del settentrione, ma Mara Carfagna è comunque ottimista perché è convinta dell’assorbimento automatico degli altri ministeri delle quote del piano di Ripresa e Resilienza destinate al Sud.

La ministra considera il Pnrr come il più grande strumento di politica industriale mai attivato negli ultimi decenni in Italia,  perché “Mette a valore” le potenzialità di dieci punti di possibile sviluppo per il futuro del meridione descritte nelle linee di governo in direzione della creazione creazione di un polo della trasformazione e distribuzione dell’agroalimentare. L’obiettivo è quello di creare un hub logistico ed energetico del Mediterraneo, un centro di innovazione tecnologica, che trasformi il Mezzogiorno in un luogo ancora più attrattivo per il turismo, un vero e proprio ponte tra l’Europa e il giovane continente africano.

Dopo le difficoltà della pandemia, che ha precipitato ulteriormente il Mezzogiorno sul piano economico, bisogna cominciare a verificare già nei prossimi mesi gli effetti degli investimenti del Pnrr sul lavoro e quindi, a giudizio della ministra Carfagna, ogni singola forza politica avrebbe l’obbligo di inserire nel suo programma l’impegno della continuità assoluta nella realizzazione del Piano di Ripresa e Resilienza. Questo fatto rappresenterebbe la “pietra miliare” per la garanzia assoluta, che comunque la stessa prospettiva di sviluppo sarà perseguita dai futuri governi locali e nazionale, indipendentemente dal colore politico, che potrebbe caratterizzare le prossime stagioni.

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