Perdere contro la Germania ci sta. Soprattutto con un’Italia da ricostruire da zero. E in una competizione che, di fatto, è un’amichevole. E per quelli che dicono “Conta per il Ranking” anche le amichevoli ufficiali contano. Ma un passivo d tre gol è troppo. Anzi di cinque. Perché la Germania, complice un Donnarumma oggi completamente fuori fase (assieme all’intera difesa), dilaga fino al cinque a zero.
Nei minuti finali Gnonto e Mancini rendono un po’ meno amara questa serata con i loro primi gol in nazionale. Ma sono due gol, soprattutto quello del centrale romanista, presi da una squadra che è certa di un risultato acquisito.
L’Italia, che bene aveva fatto nelle tre partite precedenti, dimostra un’inaspettata fragilità emotiva. Gioca bene per sette minuti. Tanto che Raspadori sfiora il gol. Poi la prima rete tedesca di Kimmich fa letteralmente sparire l’Italia. Che praticamente non tira più in porta. E se la difesa regge (anche se Sanè si divora un paio di gol) fino al rigore di Gundogan, nel secondo temo tracima fino al ridicolo.
Donnarumma si fa letteralmente da parte e non prende un debole conclusione di Muller. Poi Manconi si fa passare Timo Werner da due passi per il 4 a 0. Poi, al 68′, il capolavoro. Bastoni, pressato, appoggia al suo portiere. Ma Donnarumma, con Timo Werner che gli corre incontro, decide di bissare l’erroraccio contro l’Inghilterra. Solo che stavolta il giocatore tedesco riesce a mettere in porta.
E, a questo punto, molti tifosi del Milan pensano che perdere Donnarumma per Maignan è stato un affare. I gol di Gnonto e Mancini (con il primo che diventa il più giovane marcatore della Nazionale) servono solo a rendere lo score meno amaro.
Ma questa partita sembra gettare via tutti i progessi fatti dalla Macedonia, anzi dall’Argentina. O meglio, mette in evidenza un problema mentale grave. Perché se basta un gol a smontare un’intera squadra, allora tanto vale lasciar perdere il calcio e dedicarsi all’Ippica.