Allarme siccità: ecco le zone più colpite


Dal Piemonte alla Lombardia, passando per il Lazio: l’allarme siccità oramai interessa quasi mezza Italia. In particolare, il nord Italia è in allarme per un clima che oramai ha messo in ginocchio tantissime zone italiane. Scopriamo insieme qual è la mappa dell’ allarme siccità e soprattutto, che cosa stanno facendo le Regioni nonché il Governo per cercare di risolvere questa annosa problematica che ora rischia di mettere nuovamente alla prova e seriamente in pericolo, l’economia del Paese.

Le zone interessate dalla siccità nel Nord Italia

Quali sono le zone interessate dalla siccità nel Nord Italia?

Il Piemonte è la Regione più colpita. Parliamo di 200 Comuni dove l’acqua oramai è razionata e la riduzione va dal 40 al 50%. Il Lago Maggiore nel giro di appena tre giorni ha perso circa un metro, passando da un livello di 193,89 metri fino a raggiungere la quota di 192,83 metri. Da 70 anni invece, non capitava che le acque del Po erano così basse. Insomma si teme il peggio.

In Valle D’Aosta la situazione non è delle migliori, basti pensare ai ghiacciai già sciolti e al fatto che la portata della Dora Baltea è quasi dimezzata rispetto a un anno fa. L’acqua è in calo di circa il 50%, che è il peggior dato dal 2002.

Anche la Lombardia non sta messa meglio: i problemi principali riguardano l’agricoltura, infatti la Regione ha invitato tutti a consumare l’acqua con moderazione.

In Veneto l’allarme è altissimo, in particolare, in provincia di Verona. Ben 40 comuni hanno adottato il razionamento idrico e anche il Po è in forte sofferenza, così come il Piave e L’Adige che sono a dei livelli negativi. Poi, parliamo di precipitazioni inferiori al 40% rispetto al 2021.

Primi razionamenti di acqua arrivano anche in Friuli Venezia Giulia, lungo il fiume Meduna dove la situazione è in piena emergenza perché le riserve sono quasi finite.

Allarme siccità in centro Italia

La situazione non è delle migliori neppure in centro Italia, basti pensare al caldo record in Emilia Romagna che ha abbassato le precipitazioni del 62% rispetto alla media annua. Quindi i primi stop, riguardano la produzione idroelettrica e vi è la preoccupazione per la risalita del cuneo salino che è a 21 km e anche l’acquedotto di Ferrara si trova in grande emergenza.

Piogge scarse e insufficienti anche in Toscana: non si riescono ad alimentare i bacini sulla costa e ci sono situazioni di gravissima crisi idrica.

Stesso discorso nelle Marche dove vi sono stati il 53% in meno di precipitazioni rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Sotto osservazione i fiumi Misa, Esino e Metauro.

La situazione non è migliore nel Lazio dove bisogna mettere in campo a Roma delle misure di risparmio idrico, specialmente per la situazione del Viterbese e del lago di Bracciano e del Tevere. Infine, in Molise e in Abruzzo i problemi principali riguardano l’agricoltura, con una produzione che è in grave rischio.

Situazione migliore nel sud Italia

Intanto, nel sud Italia la situazione è relativamente meglio rispetto al Nord, basti pensare alla Campania dove i livelli dei fiumi sono bassi ma la situazione è ancora positiva. Stesso discorso per la Basilicata e per la Sicilia, che addirittura ha superato i volumi e i livelli delle dighe rispetto all’anno scorso. Invece in Puglia è scattata la fase di preallarme e i timori riguardano soprattutto il settore agricolo. La siccità non fa paura neppure in Sardegna viste le grandi scorte che arrivano a oltre l’80%.

 

 

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