Napoli, flop al Maradona!


Napoli flop al Maradona. Di Gianfranco Piccirillo

#NapoliLecce1a1 Nel turno infrasettimanale Spalletti attua un turn over piuttosto spinto con Olivera e Ostigard in difesa, Ndombele a centrocampo ed Elmas, Politano e Raspadori in fase offensiva, passando al 4 2 3 1 dal 4 3 3 delle gare precedenti. Ci si aspetta tanto soprattutto da Olivera e Jack Raspadori perché sono due giocatori che potrebbero diventare titolari nel corso della stagione. La squadra delude abbastanza, soprattutto nel primo tempo, pagando a centrocampo soprattutto l’assenza di Lobotka, anche perché Ndombele dimostra di non essere ancora in condizioni fisiche accettabili, procurando anche il rigore a favore del Lecce, allenato dall’ex campione d’Italia del Napoli Marco Baroni. Fortunatamente Colombo, ex attaccante del Milan prima calcia senza aspettare il fischio arbitrale e poi non riesce a battere Meret, che compie una grande parata, distendendosi alla sua sinistra. E così dopo una precedente difficile parata su Politano il bravo portiere dei pugliesi, l’ex doriano Falcone, deve arrendersi all’azione ben costruita da Olivera, Osimhen e Politano e finalizzata dal macedone Elmas, da attaccante lucido sotto porta. Elmas è riuscito a restare dietro ai difensori, perché sapeva che la palla gli sarebbe potuta arrivare in un modo o nell’altro, dimostrando abilità e scaltrezza.
Il gol del pari del Lecce è stato ancora più bello perché Colombo è abile a fermare la palla e a girarsi, facendo partire in autentico siluro, che fulmina letteralmente Meret, infilandosi nel sette alla sua destra. La difesa partenopea ha lasciato troppo spazio al Lecce, che addirittura chiude il primo tempo in attacco, a testimonianza della sofferenza del Napoli in diverse fasi della gara. Nel calcio attuale poche squadre possono permettersi un turn over così massiccio, anche contro formazioni sulla carta abbordabili e a maggior ragione il Napoli, che fa del palleggio la sua arma migliore, non può rinunciare alle geometrie di Lobotka a centrocampo. Spalletti si rende conto degli errori commessi e inserisce subito ad inizio ripresa sia Lobotka che Zielinsky al posto dei deludenti Ndombele e Raspadori perché la squadra ha bisogno stasera della cucitura tra le fasi difensiva ed offensiva dopo la confusione evidente della prima frazione di gioco. Prima ancora dell’invocato Kvaratskhelia, che entra poi al posto di Elmas è il difensore norvegese Ostigard a sfiorare la traversa in una gara controllata bene dal Lecce anche nella ripresa. La squadra giallorossa non solo non demerita affatto, ma si propone anche pericolosamente in fase offensiva in un paio di circostanze. Non migliora la situazione l’ingresso in campo di Lozano al posto di un discreto Politano, che ha preoccupato la difesa salentina fino alla sua uscita e lo stesso portiere Falcone con un tiro che finisce di poco fuori. L’ultima carta, quella quasi della disperazione, è l’ingresso in campo del Cholito Simeone al posto di un Anguissa, stasera stranamente in ombra. Baroni mostra maturità nella gestione della partita con cambi giusti ed equilibrati e una difesa lucida con la stessa buona tenuta del campo, mostrata nella gara sfortunata contro l’Inter, persa solo all’ultimo secondo del recupero. Di Lorenzo è l’unico che riesce a impegnare severamente Falcone, costringendolo ad una parata alla Garella, mentre Osimhen non riesce ad inquadrare la porta, nemmeno con il suo punto di forza, ovvero il colpo di testa. Questa partita dimostra che l’arrivo di Cristiano Ronaldo anche al posto dell’attaccante nigeriano sarebbe potuta essere un’operazione interessante per aumentare il tasso tecnico di una squadra discreta, ma ancora lontana da essere considerata in grado di competere ai massimi livelli in campionato e a maggior ragione in Champions League. È da questo punto di vista sono molto temibili i prossimi impegni del Napoli, in campionato sabato sera contro la Lazio di Sarri all’Olimpico, e mercoledì sera in Champions, di nuovo allo stadio Maradona, contro il Liverpool di Klop.

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