Il mercato del lavoro in Italia sta cambiando notevolmente, quasi assumendo le forme di quello americano. O, comunque, di un qualsiasi paese estero in cui le persone non nascono e muoiono (professionalmente) in una stessa azienda.
Che sia una scelta voluta o dovuta dalle contingenze non è ancora dato sapere, ma questo è un fenomeno che colpisce tutte le generazioni. Dai più giovani a quelli più adulti. Ecco cosa ci aspetta.
Si cerca di lavorare sulle proprie passioni sfruttando il web
C’è una intera fascia di giovani che vuole coltivare le proprie passioni e farne un lavoro sfruttando le enormi potenzialità del web. Anche quei lavori che fino agli anni ‘80 sembravano irraggiungibili. Anche perché molti di questi sono diventati più alla portata. Si prenda, ad esempio, il mestiere del giornalista.
Fino all’avvento di internet, non c’erano strade: cartaceo, radio o web. Si doveva bussare alle redazioni dei grandi quotidiani o periodici nella speranza che tutto filava liscio o, al massimo, crearsi una rivista propria con tutte le spese legate alla registrazione, stampa e via dicendo.
Oggi, invece, basta creare un sito internet e cominciare a lavorarci su. Al di là dei mestieri tradizionali, però, c’è proprio una corsa nel provare a monetizzare le proprie passioni, anche si tratta di un qualcosa di nicchia. Non di rado, infatti, sul web è possibile trovare davvero di tutto: dall’appassionato di web che riesce a trovare quali sono i migliori siti sicuri di burraco al cosiddetto ‘saltafila’ che sbriga tutte le commissioni, previo pagamento ovviamente, negli enti pubblici.
Ad esempio, se c’è da pagare una bolletta o fare la fila all’agenzia delle entrate ci pensa il saltafila a far guadagnare tempo. Praticamente, paga lui per te.
Il posto fisso continua a ‘dividere’
Al di là della narrazione che c’è sui giornali, il posto fisso attrae ancora. Soprattutto di questi tempi. Anzi, più che attrae, divide molto: da un lato c’è chi dice che è meglio avere uno stipendio – seppur non elevatissimo – ogni mese con la garanzia che non si viene licenziati, pur facendo un lavoro che il più delle volte non brilla per creatività, piuttosto che lavorare tanto con il rischio che in un attimo tutto vada a farsi friggere, dall’altro invece, c’è chi sostiene che con i dovuti rincari lo stipendio garantito dal posto statale non è sufficiente per fare una vita dignitosa.
Nel futuro si saprà chi abbia avuto ragione.
Per gli adulti sarà un grande problema ricollocarsi
Il mercato del lavoro che cambia continuamente ha reso quasi impossibile la collocazione da parte degli adulti che a 55 anni vengono licenziati. Avendo fatto per anni lo stesso lavoro e abituati a quella mentalità, risulta per loro difficile il ricollocamento.
Questo è un grossissimo problema che sta mettendo in ginocchio le famiglie poiché se una persona, superati i 50, non riesce a essere competitivo sul mercato del lavoro rischia di far ‘saltare’ la propria famiglia.
Un problema che, purtroppo, ancora oggi è sottovalutato.