Conferenza Stampa per il Festival 2022 presentazione de “Opera Buffa Napoletana”


Caffe S. Carlo – Conferenza Stampa per il Festival 2022

presentazione de

Opera Buffa Napoletana

20 ottobre 2022

Si è svolta , presso la sala del Caffè S. Carlo, la conferenza stampa per la presentazione del progetto Teatrale dell’Opera Buffa Napoletana, per il Festival 2022 hanno partecipato :

Emanuela Spedaliere, direttore Generale Teatro S. Carlo ;

Ferdinando Tozzi, delegato per l’industria della musica e dell’audiovisivo del Comune di Napoli;

Massimiliano Sacchi, direttore artistico;

Claudio Di Palma, coordinatore teatrale;

Igina Di Napoli direttore artistico della Casa del contemporaneo;

Alfredo Balsamo, direttore generale del Teatro Pubblico campano;

Paolo Nappi, presidente dell’associazione Giano Bifronte .

Isa Danieli, attrice

Ufficio stampa e coordinamento conferenza, Francesca Scognamiglio

Di seguito l’estratto delle dichiarazione dei presenti.

Francesca Scognamiglio: il saluto e l’inizio della conferenza stampa lo affidiamo al direttore generale del Teatro S.Carlo di Napoli Emanuela Spedaliere

Emanuela Spedaliere : tra le tante realtà che qui vivono attorno al Teatro San Carlo, fortemente abbiamo voluto la vostra realtà. Quindi io spero che da questa esperienza possano nascere nuove collaborazioni. Qualcuna l’abbiamo già realizzata anche grazie al nostro Fetzan che ha incontrato i vostri ragazzi. I ragazzi della sanità insomma un’esperienza che ci piace molto seguire lì dove possiamo. Diamo un aiuto, magari con qualche costume, dei nostri laboratori. Non abbiamo risorse per questo, però ho tanta voglia di potervi aiutare. Per quella che può essere una partnership tecnica, quindi. Auguri per questa seconda edizione. Spero di venire a vedere tutto il vostro festival che ho visto è molto interessante nella sua natura.

Francesca Scognamiglio :

Grazie, grazie Emanuela Spedaliere .

La parola a Ferdinando Tozzi delegato per l’industria della musica e dell’audiovisivo del Comune di Napoli

Francesca Scognamiglio : In un’epoca in cui, ne parlavamo prima, l’ideatore di Xfactor minaccia di chiudere un programma che non funziona più, si spostano tutti , corrono verso un formato digitale, noi proponiamo il Festival dell’opera buffa napoletana un recupero di identità e di spettacoli che tornano in un certo senso a casa, nei Quartieri Spagnoli. Secondo te come risponderà il pubblico ?

Ferdinando Tozzi : Chiedo scusa per la fretta, ma non ho alternative. Ci tenevo tantissimo a esserci, vi ringrazio tutti, ovviamente faccio I complimenti agli organizzatori mi riallaccio alle parole della dottoressa Spedaliere. Il Comune appoggia e sostiene questo progetto perché assolutamente coerente con le azioni che da qualche mese stiamo portando avanti, come in altre città della musica. E per rispondere alla domanda, al di là di quelle che sono le intenzioni di Simon Cowell che non conosco, sebbene Xfactor sembra un programma in ottima salute. Sicuramente il teatro musicale napoletano avrà una ottima risposta, perché Napoli è una città sempre molto, molto attenta e devo dire che tutti gli artisti del settore della musica che provengono da questa città, chi consapevolmente e chi inconsapevolmente, hanno le radici nel Settecento hanno le radici in un percorso che è appunto iniziato con il teatro musicale barocco del Settecento, ha continuato e continua e ha un suo futuro. Quindi oggi è una giornata importante proprio perché noi diamo attenzione non a qualcosa di statico, cristallizzato nel passato, ma a qualcosa di vivo, a qualcosa che ci permette di andare avanti con forza e anche con qualità. Quindi grazie.

Francesca Scognamiglio : Grazie, grazie per questo intervento.

Per il direttore artistico Massimiliano Sacchi, secondo te come si comporterà il pubblico napoletano? E’ un’opportunità per questi ragazzi di scoprire alcune identità ma offre anche l’opportunità di buona musica ed incursioni.

Massimiliano Sacchi : Sì, tanta musica acquista, primissimo impatto. È una realtà inclusiva, nel senso che lo è profonda nel suo farsi. La musica è suonare insieme , ascolto . E così questo festival si icona anche dell’orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli. Perché è una realtà che apprezziamo molto, che ci piace seguire e stimolare con una di queste proposte di partecipare allo spettacolo Cimarosa , basato su musiche di Cimarosa che è l’astro del Settecento napoletano e ci piacerebbe poter proporre a questi ragazzi perché fa parte della letteratura che ha costituito proprio l’ossatura della pedagogia musicale conciliante tutt’oggi e cioè la scuola napoletana è stata ed è ancora fondamentale nello sviluppo della musica, nella letteratura, nelle relazioni artistiche. Quindi è sicuramente un repertorio assolutamente vivo e di grande interesse e di grande comunicatività. Il festival oltre a questo rapporto con la music offre anche altri spettacoli che sono molto importanti, che si sviluppano su due assi uno è quello dello studio cioè recuperiamo materiale, dei manoscritti dimenticati che sono e dopo aver avuto un grandissimo successo, sono stati realizzati da la produzione che proponeva in quel periodo materiale di grandissimo valore, così da mantenere vivo il Cimmi che abbiamo trascritto dal manoscritto e riproponiamo integralmente in assoluto. E quindi questo che è l’arte diciamo scientifico lo studio, l’altro asse è quello artistico, la produzione di spettacoli che siano, la edizione del festival sia di infedeltà fedele il titolo di un’opera di Cimarosa, come si fa ancora una volta e che racchiude il segno, la cifra del nostro rapporto con questo direttorio, diciamo la nostra fedeltà a tutto questo tipo di materiale artistico e nell’essere infedele, noi siamo fedeli allo spirito, al morbidissimo spirito settecentesco che è tutto rimescolato e tutto rimetteva in discussione ed era il preludio delle due grandi rivoluzioni che ancora oggi dobbiamo essere felici di aver vissuto.

Francesca Scognamiglio : Ciao. Grazie, grazie per essere stato con noi . A Claudio DI Palma a cui è affidato il coordinamento teatrale. raccontaci qualcosa in più su come è stato messo insieme questo cartellone, Innanzitutto facciamo un attimo, un piccolo appunto. Ci sono stati due anni di ricerca, studio e trascrizione. Prima di arrivare a presentare il Festival dell’Opera buffa napoletana.

Claudio Di Palma : Ci tengo a rispondere quello che tutti ci chiedono inizialmente, ovvero la questione del recupero dell’identità. Una ragione e un metodo accompagnano e guidano questo festival. Una ragione, esprimo quella personale, una curiosità nel senso etimologico della parola, non è un vezzo. La curiosità deriva da aver cura addirittura della tradizione, la tradizione, un punto di mezzo, una parola di mezzo che è fra traduzione e tradimento per dirci che soltanto attraverso il tradimento qualcosa si può condurre tra due epoche, due luoghi, due spazi, due eventi e altro ancora. Quindi noi dobbiamo necessariamente ricorrere al tradimento per rispettare la tradizione e per avere un radicamento forte della nostra tradizione. Questo ci porta a considerare la tradizione come un elemento di esercizio del presente. Nessuna coreografia passatista è un esercizio di presente e il teatro di questo si occupa dell’esercizio di presente. Il teatro cerca di coniugare un paradosso artificioso, assurdo, ovvero carneficare il tempo inesistente. Noi portiamo in scena il passato in qualche modo prendiamo il futuro, portiamo in scena le memorie e le speranze su tempi inesistenti e li facciamo carne. Sono carne nel corpo dell’interprete, sono carne nella voce degli interpreti. Quindi il teatro si occupa di questo. La traduzione non può che occuparsi di questo come? il metodo? , attraverso un confronto anche generazionale, importantissimo, quello dello spettacolo. L’orchestra dei Quartieri Spagnoli è un esempio lampante e magari anche più sfavillante, ma non solo questo. Nuovi scenografi, giovani scenografi, giovani, costumisti, registi sicuramente di comprovata competenza teatrale, ma con occhi vergini rispetto all’opera. E quindi questo continuo confronto generazionale che porta. Faccio un esempio fra i tanti. Un autore contemporaneo e scrittore contemporaneo come Francesco Forlani ha confrontare la sua scrittura anomala con come dire l’icona di carne e di sapienza scenica che si chiama e risponde al nome di Isa Danieli. Quindi questa questo confronto generazionale è assolutamente indispensabile per creare quella proprio tradizione di cui vi dicevo prima. Il metodo è ancora un altro cercare un lavoro minuzioso, minuzioso vuol dire scrupoloso, minuto, cioè attento e piccolo. Attenzione al piccolo, quello che ora si chiamerebbero drammaturgie minori, minori intermezzi.Non mi sdice essere qui a parlare dell’opera buffa di un fenomeno culturale di straordinario valore quanto la commedia dell’arte che non a caso, come la moda dell’arte si era radicata a Napoli. In un luogo come questo, dove c’è un bar, dove mentre noi parliamo, c’è chi fa il caffè perché l’intermezzo si svolgeva, mentre ad esempio il viceré di Astorga dialogava con A’ Ciulla rà Pignasecca e cenava e mangiava con lei nel palchetto. Dunque c’era una commistione di generi, anche in qualche modo comunali, che faceva il teatro di quel tempo. Quindi non francamente non mi sconvolge, anzi sono contentissimo di questa contaminazione. Giochiamo su questo, su un lavoro minuzioso, sul piccolo, sulle drammaturgie perdute, sugli oggetti che possono essere rimontati nel presente, gli oggetti del passato che possono essere correlati al presente. Un esempio e chiudo, giorni fa ero sul set di un film. Il regista, a un certo punto, per poter comunicare a tutta la troupe ciò che bisognava fare, impugna un megafono e dice a tutti ciò che bisognava fare. Ebbene, questo megafono è stato inventato da un gesuita ingegnere di valore pari a Leonardo da Vinci, che si chiamava Athanasius Kircher, di cui si parla nella Principessa dei bordelli, che inventò questo megafono La Ciulla, , ovvero Giulia De Caro armonica canterinola e puttana decise di utilizzare questo megafono per affacciarsi a un balcone del principe di cicinello a Mergellina, per incantare i passeggianti , coloro che passeggiavano per incantare con la sua vocalità, amplificandola attraverso quell’oggetto. Ora quell’oggetto è pressoché lo stesso, tecnologicamente. Noi lo utiliziamo nel presente per un altro scopo, ma viene dal passato. Ora noi rappresentiamo quel regista nell’usare quel megafono,utilizzava uno strumento del passato? citava il passato? No, faceva esercizio di presente. Rimodulare gli oggetti del passato o del tempo inesistente per parlare di presente. Questo secondo me è il metodo dell’Opera Buffa..

Francesca Scognamiglio: Emanuela Spedaliere, noi ingraziamo per l’ospitalità, la congediamo perchè sappiamo che ha altri impegni, invito ad accomodarsi Igina Di Napoli direttore artistico della Casa del contemporaneo e Alfredo Balsamo, direttore generale del Teatro Pubblico campano.

Francesca Scognamiglio: Allora, L’opera Buffa fa ritorno nella sua casa d’origine, ai Quartieri Spagnoli.

Alfredo Balsamo : Voglio soltanto dire, sarò brevissimo, questo progetto nasce come ha detto Claudio, che me ne parlò già l’anno scorso poi ho toccato Massimiliano, ci siamo parlati, ci ha detto del progetto l’abbiamo condiviso, ci siamo guardati in faccia, lo abbiamo anche , diciamo accettato dal punto di vista delle persone che lui ci ha portato, Massimiliano e quindi l’abbiamo sposata e quindi ci saremo riusciti con i nostri mezzi e con le nostre possibilità e con il ruolo che teniamo, grazie.

Francesca Scognamiglio: Grazie a Alfredo Balsamo

Francesca Scognamiglio: Igina…

Igina Di Napoli: L’incontro con l’opera buffa, per quanto mi riguarda personalmente nasce tanto tempo fa, proprio alle origini della scelta di andare a fare il teatro sui Quartieri Spagnoli, dove c’era appunto il Teatro Nuovo che aveva questa grande tradizione e dopo l’incontro con Massimiliano e la sua idea di fare l’Opera Buffa, è diventata una realtà, una cosa che inseguivo da tempo personalmente. Pensavo sempre perchè non si fa l’Opera Buffa in questa città dove ancora tutto resiste meravigliosamente dentro questo edificio, la politica dell’Arte, dunque, era un pezzo collegato a quella cultura e alla cultura, avevo pensato di essere un pezzetto che è qui in questo libro che racconta la storia del Teatro Nuovo, dove sopra, al piano di sopra c’e tutto il Teatro Nuovo diretto meravigliosamente da Alfredo Balsamo , e sotto, la Sala Assoli, dove secondo me invece, ospita l’iter, il progetto di casa del. Contemporaneo e che nella mia testa è il luogo dove i musicisti provavano, dove c’è l’energia.

Francesca Scognamiglio : la chiusura a Paolo Nappi, presidente dell’associazione Giano Bifronte, impegnata da un bel po di tempo al recupero della nostra cultura e alla diffusione, ma anche con interessi in crescita, con l’opera buffa napoletana.

Paolo Nappi : Abbiamo subito accettato di produrre questa nuova edizione del Festival perché parla assolutamente indissolubilmente di Napoli, di una Napoli tanto antica quanto bella e che nel Settecento era la città più popolosa d’Italia. È diventata il centro focale della musica e della cultura europea ed era una Napoli spregiudicata era una Napoli, come parlava prima Massimiliano, dove c’erano questi due elementi ed arrivò l’amore sin dagli albori del romanticismo e l’amore per la fattibilità dell’amore. E quindi c’era una serie di altarini o una serie di situazioni che si sviluppavano in questa Napoli che poi raccoglieva visitatori da ogni parte d’Europa. E così sono venute le linee, le nostre opinioni sono dei piccoli tesori che poi ci fanno sentire di entrare in quel momento storico e chi avrà la volontà di regalare ai nostri interlocutori, che avranno la fantasia e la sensibilità di accogliere.

Francesca Scognamiglio : Grazie ,avremmo dovuto finire dopo questo intervento, però mi sono girata sulla mia destra ed ho visto la signora Isa Danieli, buongiorno signora…
Complimenti, anche lei tra i protagonisti dell’Opera Buffa

Isa Danieli : si si, anzi a questo proposito volevo dire una cosa, una cosa bellissima. Io tantissimi anni fa, sono passati venti anni, lo posso dire, Roberto, scrisse Il mistero napoletano, e la protagonista era Ciulla della Pignasecca, ho trovato stranissimo è sono veramente felice di aver incontrato di nuovo questo personaggio che è scritto diversamente, diciamo in un’altra parte di quello che era il personaggio Ciulla che era una tosta e insomma loro sanno, ovviamente giustamente e molto meglio di me per quanto riguarda il passato, quello che ha scritto quella verità. Ma lei c’è stata veramente sui nostri palcoscenici. Anzi, lei ha creato tanti palcoscenici. Questa è una cosa molto bella e io sono felice di tornare a vestire i panni di questo personaggio meraviglioso e che speriamo che vada come deve andare.

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