Secondo i dati pubblicati nel report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, quasi 8 italiani su 10 esprimono un giudizio abbastanza negativo sulla situazione economica del Paese; 4 su 10 ritengono che la situazione economica della loro famiglia peggiorerà nei prossimi mesi; 1 su 4 ha difficoltà ad arrivare a fine mese o si considera povero; inoltre, quasi 6 italiani su 10 ritengono possibile che l’aumento delle disuguaglianze di reddito provocherà ondate di protesta contro i ricchi e i privilegiati.
Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dal report, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione della popolazione allo scopo di testarne le opinioni relative al “Contesto economico sociale nel Paese”.
Mauro Lusetti presidente di Legacoop ha espresso il suo commento in merito, affermando che:
“L’Italia sta scivolando nella recessione, e da mesi la caduta della fiducia degli italiani anticipa fatti che puntualmente si avverano. L’aumento dei costi e dei prezzi, la diminuzione dei consumi, l’esplosione delle bollette, non solo spaventano e tolgono il sonno, ma stanno cambiando la percezione che gli italiani hanno di sé, e quindi la struttura del nostro Paese». Fasce sempre più ampie di popolazione si sentono povere, fragili, precarie, esposte a incertezze che prevedono fosche e a un futuro che le spaventa.”
Lusetti prosegue affermando la necessità di porre in essere urgenti misure politiche per contrastare tali conseguenze:
“Abbiamo detto più volte che servono politiche urgenti, da ‘stato di emergenza’, non solamente per difendere l’economia, ma per proteggere le nostre comunità, rallentare il propagarsi di questa paura sociale che può diventare rabbia sociale. Non esiste alcuno sviluppo economico senza la fiducia che le cose possano migliorare”.
Aumenta la percezione della soglia per la condizione di povertà
In aumento anche la percezione, pari all’81% degli intervistati, di un incremento della povertà (che dal 18% è giudicato molto rilevante) nella propria città o nel proprio comune di residenza.
Nello specifico, riguardo al reddito, per un 28% è da considerare povera una persona che vive da sola con un reddito inferiore a 1.000 euro al mese e per un altro 28% con un reddito inferiore agli 800 euro. C’è tuttavia anche una percentuale rilevante pari al 26%, che fissa questa soglia a 1.200 Euro.
Il sondaggio si è poi concentrato su alcuni aspetti particolarmente sensibili sul piano di possibili tensioni sociali. Ad iniziare dalla paura di perdere il posto di lavoro, espressa dal 44% degli intervistati (il 32% abbastanza, l’11% molto), che sale al 67% nel ceto popolare.