La sfogliatella napoletana: come nasce e alcune curiosità


Chiunque passi per Napoli non può assolutamente non assaggiare una sfogliatella, uno dei dolci simbolo della pasticceria napoletana.Questo dolce così goloso, venduto nelle varianti dette riccia e frolla, compare per la prima volta ben 400 anni fa per poi subire modifiche ed evoluzioni.

In questo articolo potrai scoprire la sua affascinante storia, dalla prima ricetta fino ai giorni nostri.

Come nasce la sfogliatella

La storia della sfogliatella in realtà non ha origine a Napoli.Tutto ha inizio tra Furore e Conca dei Marini, in Costiera Amalfitana, ben 4 secoli fa, nel 1600 circa.

Di preciso ci troviamo nel convento di Santa Rosa, dove vivevano le monache di clausura che si tenevano impegnate coltivando la terra, cucinando il pane e dedicandosi alla pasticceria, sperimentando talvolta nuove ricette.Un giorno però, accadde qualcosa che negli anni a venire avrebbe avuto un impatto molto forte sul patrimonio gastronomico della città di Napoli.

Quel giorno una monaca di nome Clotilde si accorse di alcuni avanzi di semola bagnata nel latte.Non volendo buttarla perché sarebbe stato un grave spreco ebbe l’idea di miscelare gli avanzi con ricotta, frutta secca e liquore al limone (che oggi chiameremmo limoncello).

Inserì il ripieno creato all’interno di un impasto fatto con strutto e vino e modellato così da ricordare il cappuccio di monaco.Così la infornò e ne risultò la prima versione della sfogliatella.

Questo dolce nato per caso fu molto apprezzato all’interno del convento, e così la ricetta venne trasmessa negli anni.

La sfogliatella arriva a Napoli

Sarà l’oste Pasquale Pintauro a portare la sfogliatella a Napoli, in particolare a Via Toledo.Nessuno sa realmente come il ristoratore sia riuscito a strappar via una ricetta secolare da un monastero di devotissime monache di clausura, che si trovava per di più su un inaccessibile cucuzzolo di montagna.

Qualcuno racconta che Pintauro avesse costretto una sua figlia a diventare una monaca con il solo scopo di rubare la ricetta, anche se non ci sono evidenze a confermare questa storia.Secondo un’altra leggenda, il “maestro delle sfogliatelle”, avrebbe ereditato la ricetta da una sua zia monaca.

Anche in questo caso però non si hanno prove.Fatto sta che è il 1818 quando Pintauro entra a contatto con questa delizia di cui decide di rivisitarne la ricetta.

Decide quindi di trasformare la sua osteria in via Toledo in un laboratorio dolciario e di divenire egli stesso pasticciere.

La sfogliatella: le varianti

La sfogliatella viene venduta principalmente nei suoi 2 aspetti più comuni: la riccia e la frolla.Il ripieno è lo stesso per entrambe: semola, ricotta, canditi, uova, vaniglia, cannella e zucchero.

La riccia però ha una forma triangolare a conchiglia, ed è caratterizzata dai suoi croccanti e sottili strati di pasta sfoglia.La frolla ha invece una forma tonda ed è fatta con una soffice pasta frolla.

A queste due tipologie va aggiunta la “storica” santarosa che come la riccia ha una forma di cappuccio-conchiglia ma dimensioni più grandi e un interno a base di crema pasticcera e amarene candite.


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